giovedì 30 giugno 2016

QUANDO IL RIGORE NON VUOLE ENTRARE

Il rigore è uno di quei frangenti nel quale chi tira ha solamente da perdere, mentre l'estremo difensore, condannato a subire la massima punizione, può sperare solo in una imprecisa conclusione o in una propria fortunata intuizione.
Molti errori dagli undici metri sono entrati nella storia del calcio, segnando in modo indelebile molto carriere, talvolta andando a macchiare anche la leggenda di grandi campioni.
In tal senso difficilmente verrà dimenticato il non lusinghiero record dell'argentino Martin Palermo, capace di sbagliare ben 3 rigori nella stessa partita quando indossava la maglia della nazionale.
El Titan, autentico idolo dei tifosi del Boca Juniors, durante la Copa America del 2009, si rende protagonista di tale "impresa" in un match contro la Colombia perso per 3-0.
Nonostante sia ancora oggi il miglior realizzatore della storia degli Xeneizes, viene molte volte ricordato proprio per tale infelice prestazione.
In pochi si ricorderanno invece di una partita del campionato italiano 1991/1992  tra Inter e Verona, dove la squadra milanese realizza un solo rigore sui quattro disponibili, tirati, però, da quattro calciatori differenti.



Il match in questione, valevole per il terzo turno di andata, vedo la compagine neroazzurra avere la meglio sui neopromossi scaligeri, al termine di 90 minuti dopo l'arbitro Pezzella si eleva ad imprevedibile protagonista.
Il fischietto della sezione di Frattamaggiore sanziona il primo rigore dopo 2 minuti, per un fallo di Piubelli su Alessandro Bianchi.
Da dischetto si presenta lo specialista Lothar Matthäus la cui potente ed angolata conclusione viene parata dall'altro grande protagonista della partita, il portiere gialloblu Attilio Gregori.


Prima della fine del primo tempo Nicola Berti si incunea nell'area veronese, venendo abbattuto in maniera abbastanza netta: incaricato di battere la massima punizione è Andreas Brehme, altro infallibile rigorista, famoso soprattutto per aver segnato il rigore della vittoria tedesca nella finale del Mondiale 1990.
La conclusione del laterale nerazzurro viene nuovamente respinta dall'ottimo Gregori, tra i mugugni dei tifosi interisti: fortunatamente per i colori nerazzurri a seguito della parata Stefano Desideri è il più rapido di tutti ad impattare la palla di testa ed a portare in vantaggio la propria squadra.
Nel secondo tempo un dirompente azione di Jürgen Klinsmann viene fermata fallosamente dalla difesa del Verona, costringendo l'arbitro a decretare nuovamente il dischetto del rigore.
Incaricato della battuta è l'attaccante Massimo Ciocci, reduce da una positiva stagione a Cesena, dove si è distinto anche come provetto rigorista.
La giovane punta cerca la massima precisione, colpendo però male il pallone che termina nettamente oltre la traversa.
Il pubblico milanese non crede ai proprio oggi e quando al 69° viene decretato il quarto rigore per un clamoroso fallo di mano, scaramanzia, battute ed un pizzico di apprensione si manifestano sulla tribune del Meazza.
Questa volta la battuta spetta a Desideri il quale realizza provocando un nuovo brivido: la conclusione del centrocampista romano batte prima sul palo e poi entra, rendendo vano il tuffo di Gregori.
Per Stefano Desideri è la prima ed unica doppietta in maglia nerazzurra, per l'Inter la sicurezza di portare in porta la vittoria (2-0 il risultato finale).
Questa insolita sequenza di rigori caratterizza una stagione negativa per entrambe le compagini: il Verona retrocederà in serie B al termine di una campionato deludente, mentre l'Inter concluderà la stagione con un deludente 8° posto, causa un mancato adattamento al modulo WM voluto dal tecnico Orrico, sostituito al termine del girone di andata da Luis Suarez.
Lo stesso Attilio Gregori, portiere di scuola Roma, vive una giornata di improvvisa celebrità, in una carriera davvero promettente all'inizio e che svilupperà discretamente tra serie A e seria B.
Insoliti anche gli errori di campioni come Brehme e Matthäus, con quest'ultimo che tornerà nel corso stagione a calciare dal dischetto con esiti positivi (salvo un errore in coppa Italia contro la Juventus).
In pochi ai nostro giorni si ricorderanno di questo match e forse solamente gli amanti delle statistiche o dei fati curiosi ricorderanno quel pomeriggio a Milano dove l'Inter sembrava non voler segnare dagli 11 metri.




Giovanni Fasani



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