mercoledì 18 novembre 2015

OLEG SALENKO

Il Mondiale ha la particolare capacità di consacrare definitivamente un grande campione o di far conoscere al grande pubblico qualche potenziale fuoriclasse.
La più importante competizione per nazionali talvolta mette in mostra però giocatori che solo nel mese di competizione mostrano un particolare talento o una temporanea quanto strabiliante abilità.
Molti giocatori conoscono al campionato del mondo una momentanea gloria, che pian piano svanisce e diventa anno dopo anno sempre più effimera.
I casi in questione sarebbero tanti, ma uno in particolare spicca su tutti, in virtù di una carriera decollata all’improvviso e precipitata dopo l’apice del Mondiale 1994.
Proprio negli USA Oleg Salenko si laurea capocannoniere del torneo, per poi perdersi tra problemi di vario tipo.




Il suo nome inizia a circolare all’indomani del Mondiale Under 20 del 1989, quando con la rappresentativa sovietica vince la classifica cannonieri con 5 reti, mettendosi in mostra come uno dei talenti più interessanti della sua annata.


Inevitabilmente finisce sul taccuino di vari osservatori, ma le contingenze politiche mal si prestano al trasferimento di un giovane calciatore dell’est europeo verso la parte occidentale dell’Europa.
Prima di questa fortunata esperienza la sua carriera si sviluppa nello Zenit di San Pietroburgo, dove esordisce a soli 17 anni e dove gioca saltuariamente fino al 1988.
Dopo 10 reti in 47 partite, Salenko viene acquistato dalla Dinamo Kiev, con la quale gioca 4 partite stagioni segnando complessivamente 48 gol. Durante la sua esperienza in terra ucraina vince un campionato ed una coppa nazionale, appena prima che il grande impero sovietico si sfaldi in più nazioni.
Nel 1992 gioca la sua prima partita con una nazionale, ma a sorpresa non con la neonata Russia (lui è nato a San Pietroburgo), ma con l’Ucraina.
Tale esperienza si rivela sporadica e dal 1993 accetta con entusiasmo la convocazione della rappresentativa natia.
Nello stesso anno sbarca nell’Europa occidentale, accettando l’offerta del Logrones, molto interessato a fruire delle prestazioni del ventiquattrenne russo.
Di lui vengono apprezzati il continuo movimento e le buone doti tecniche, che gli permettono di essere molto preciso in fase di conclusione. Il suo fiuto per il gol gli consente di essere sempre in ottima posizione per ricevere il pallone e la sua rapidità di esecuzione ne fa un giocatore temibile nei 16 metri avversari.
In assoluto è più un attaccante di manovra, molto valido se servito con palle basse, ma molto meno efficace su quelle alte, nonostante i circa 180 centimetri di altezza.
Nella comunità di La Rioja gioca due positive stagioni, segnando 23 reti in 47 partite di Liga e ponendo fortemente le basi per la sua convocazione per l’imminente Mondiale del 1994.
Come anticipato in tale manifestazione Salenko si fa conoscere da tutto il mondo, principalmente per la sua strepitosa prestazione contro il Camerun, quanto riesce nell’impresa si segnare 5 reti nel 6-1 finale. Tale partita, di per se inutile ai fine della qualificazione, è doppiamente storica, in quanto oltre a tale finora imbattuto record di segnature, è ancora oggi ricordata per il gol più “vecchio” del Mondiale, segnato da Roger Milla a 42 anni.

 


In precedenza Salenko era andato a segno su rigore nella sconfitta contro la Svezia, portando il suo bottino a 6 reti; la Russia viene eliminata al termine del girone, ma Salenko riesce comunque a mantenere il titolo di miglior cannoniere (unico giocatore a riuscirci giocando solo le tre partite del gruppo iniziale). Addirittura l’attaccante in forza al Logrones non parte titolare nelle scelte del commissario tecnico, che gli preferisce Sergei Yuran: quest’ultimo si fa male nella prima partita giocata contro il Brasile, lasciando il posto da titolare proprio a Salenko.
La grande impresa da lui compiuta convince la dirigenza del Valencia ad acquistarlo nella stessa estate, ma è proprio in questo periodo che inizia il suo declino fisico e tecnico.
Il pubblico del Mestalla ha la possibilità di vedere un giocatore ben distante da quello visto solo pochi mesi prima e i soli 7 gol in 25 incontri non giustificano l'investimento fatto dalla compagine bianconera.
La sua famigerata rapidità sembra scomparsa, per lasciare posto ad un attaccante a tratti indolente, solo saltuariamente in grado di riproporsi a livelli accettabili.
Nel frattempo viene escluso anche dalle future convocazione della nazionale russa, giocandovi ancora 4 volte senza riuscire ad andare a segno. I 6 gol segnati ad USA 94 restano gli unici nel suo personale palmares, con un computo totale di 8 apparizioni.
L'anno successivo passa ai Rangers di Glasgow, dove continua inesorabile il suo momento difficile, amplificato dalle pesanti critiche a lui riservate dai tifosi dei The Gers. In particolare in Scozia è afflitto da vari problemi fisici che gli permettono di scendere in campo solo 14 volte in campionato; il suo rendimento sarebbe anche discreto, tanto da segnare 7 reti, ma i negativi giudizi e le battute relative alla sua scarsa tenuta atletica lo rendono il proverbiale "bidone".
La pesante situazione viene risolta con il trasferimento in Turchia, per giocare con l'Istanbulspor, dove tra vari problemi segna 13 reti complessive, prima di subire un grave e definitivo infortunio al ginocchio.
La sua carriera sembra finita, ma nel 1999 decide di riprendere l'attività agonistica, sostenendo due negativi provini con il Cordoba ed il Pogon Stettino  Cede quindi ad un fisico ormai non più all'altezza e nel 2001 dà definitivamente l'addio al calcio giocato.
Addio che per molti era, probabilmente, avvenuto già nel 1994, quando giocate come quelle sottostanti diventano un piacevole quanto lontano ricordo.



Oleg Salenko può essere ricordato come un discreto attaccante, ben lontano da essere un campione, ma abile a sufficienza per capitalizzare nell'estate del 1994 il suo massimo momento di forma.
A volte si dice che le emozioni del Mondiale possono dare alla testa e sicuramente l'attaccante russo ha pagato dazio a tale "sbornia", finendo per vivere di rendita, minato da un fisico non più curato ed un'attitudine troppo pigra.
Che piaccia o no, però, il suo nome resterà per sempre nella storia del calcio.


Giovanni Fasani

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