Come tutti sappiamo la prima edizione del Campionato del Mondo è datata 1930, per iniziativa di Jules Rimet, abile per la prima volta a creare un numero sufficiente di partecipanti per organizzare una rassegna globale.
A livello europeo risulta decisivo l'operato di Henry Delaunay, il quale nel 1960 si fa promotore del primo campionato europeo per nazioni.
Considerando le due date indicate, sorge spontaneo chiedersi come mail l'UEFA abbia atteso trent'anni per organizzare una rassegna continentale, soprattutto alla luce del successo avuto dalla Coppa del Mondo.
In realtà in Europa già dal 1927 si gioca un torneo di tale tenore, ristretto ad un limitato numero di partecipanti, ma dal livello tecnico altissimo.
Grazie ad un'idea del commissario tecnico austriaco Hugo Meisl, nel suddetto anno inizia la prima edizione della Coppa Internazionale, che fino al 1960 rappresenta la massima competizione europea per nazioni.
Tale competizione prevede la partecipazione di solo 5 squadre: Italia, Austria, Cecoslovacchia, Ungheria e Svizzera.
Queste ultime devpnp affrontarsi in un girone all'italiana con partite di andata e ritorno, dove vengono assegnati due punti per la vittoria ed uno per il pareggio.
Curiosamente il calendario non è fissato rigidamente in termini di date ed era lasciato alla discrezione delle varie federazioni quando giocare i relativi match.
Con questa disorganizzazione,era quindi possibile sapere quando la Coppa sarebbe iniziata, ma non quando si sarebbe conclusa.
A conferma di tutto questo arriva la prima edizione, inaugurata il 18 settembre 1927 e conclusa addirittura nel maggio del 1930.
Ad aggiudicarsela è stata proprio l'Italia di Vittorio Pozzo, abile a precedere l'Austria e la Cecoslovacchia di un solo punto e a fare suo l'ambito trofeo, totalmente realizzato in cristallo di Boemia.
La squadra
azzura viene trascinata da Julio Libonatti e Gino Rossetti, che al
termine risultano i migliori marcatori della rassegna con
6 reti ciascuno.
La leggenda narra che il trofeo si ruppe durante la cerimonia di premiazione e che da quel giorno Vittorio Pozzo ne abbia sempre portato con se un frammento come portafortuna.
Nel 1931 viene pianificata la seconda edizione, stavolta in modo davvero impeccabile, tanto da conludersi nell'ottobre dell'anno successivo.
Questa volta a portare a casa il trofeo è la fortissima Austria, che grazie al famigerato "Wunderteam" mette in mostra un livello calcistico di grande livello.
La squadra di Meisl ha la meglio sull'Italia solo all'ultima giornata, grazie alla sconfitta della squadra di Pozzo in Cecoslovacchia, anticipata, cinque giorni prima, dalla vittoria austriaca contro la Svizzera.
Nonostante il miglioramento in termini di durata del torneo, il concetto di contemporaneità delle ultime gare era ben lungi a venire.
Ottima anche la prestazione dell'Ungheria, arrivata a soli tre punti dalla squadra campione, grazie anche alla reti del capocannoniere Isvan Avar.
Nel 1933, sulla spinta del grande successo della manifestazione, viene organizzato il terzo capitolo dello stesso, vinto nuovamente dalla compagine italiana.
Anche in questo caso la vittoria arriva dopo un testa a testa con l'Austria, concluso con 2 punti di vantaggio per la rappresentativa azzurra.
Curiosamente le due squadre vincono lo scontro diretto in trasferta: nel 1934 la squadra austriaca vince a Milano per 2-4, mentre un anno più tardi una doppietta di Silvio Piola vale il successo a Vienna.
Da segnalare come ancora l'Ungheria giochi un ottimo torneo, terminato con gli stessi punti dell'Austria.
Ancora un volta la disposizione temporale delle partite lascia a desiderare: la squadra di Meisl termina il proprio torneo il 6 ottobre 1935, quando l'Italia aveva ancora due partite da disputare, una delle quali potenzialmente decisiva contro l'Ungheria, staccata di soli due punti. Tale match termina in pareggio, non cambiando la classifica finale.
Nonostante i soli tre punti conquistati e l'ultimo posto in classifica, la Svizzera annovera tra le sue file il miglior realizzatore della manifestazione, Leopold Kielholz, noto anche per indossare gli occhiali durante le partite.
Il titolo di capocannoniere è in coabitazione con l'ungherese Sarosi, anch'egli autore di 7 gol.
Nel 1936 il trofeo viene messo in palio per la quarta volta, ma dopo le prime partite il torneo viene sospeso e definitivamente annullato a causa dell'imminente conflitto bellico.
Prima del forzato stop è l'Ungheria ad essere in testa alla classifica, letteralmente spronata da un fenomenale Gyorgy Sarosi.
L'annessione dell'Austria alla Germania nel 1938 mette fine di fatto ad ogni presupposto per la continuazione e gli imminenti orrori causati della guerra fanno il resto.
Nel 1948 la voglia di calcio in Europa è tanta ed il torneo viene riproposto con la medesima formula, ma stavolta ad imporsi è la grande Ungheria, nella quale Ferenc Puskas incanta, laureandosi anche capocannoniere con 10 reti.
La squdra magiara desta meraviglia per la qualità del gioco e, nonostante le due sconfitte patite, mette a segno 27 reti complessive, determinate anche da un ispiratissimo Ferenc Deak.
Causa il retaggio del conflitto mondiale e le prime schermaglie della Guerra Fredda è risultato difficile poter organizzare tutte le partite, tanto che la competizione è durata ben 5 anni, fino al 1953.
Per l'Italia, privata dei mgliori talenti a causa della tragedia di Superga, arriv un deludente quarto posto, con la parziale soddisfazione di un ottimo pareggio a Budapest per 1-1.
Nonostante le palesi difficoltà organizzative, la ressegna ha un ulteriore capitolo, iniziato nel 1955 e concluso nel gennaio 1960, appena prima della prima edizione del Campionato Europeo. Tale notevole durata è dovuta anche all'annessione di una nuova partecipante, la Jugoslavia.
Nei 5 anni di durata si assiste al dominio di Ungheria e Cecoslovacchia, con quest'ultima che ha la meglio alla fine per un solo punto, confermando il livello calcistico in netto miglioramento e talenti di grandissimo livello, come Anton Moravcik.
Per la rappresentativa magiara è stata una grossa delusione, in quanto non sono bastati i 34 gol realizzati e le brillanti prestazioni di Puskas, Czibor, Kocsis e Lajos Tichy. Quest'ultimo viene premiato miglior marcatore al pari del cecoslovacco Jiri Feureisl.
Per l'Italia arriva un deludente penultimo posto, a riprova di un periodo di involuzione tecnica che si risolverà solo dopo qualche anno.
Con questa rapida sintesi delle sei edizioni della Coppa Internazionale abbiamo voluto ricordare un torneo sicuramente dimenticato e mai inserito nei vari palmares, ma che, ai tempi, è stato un grande obiettivo per le nazionali del centroEuropa.
E a giudicare dai campioni precedentemente indicati, il livello medio era davvero degno delle massime competizioni calcistiche attualmente ancora disputate.
Giovanni Fasani
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