sabato 31 agosto 2019

ROMMEL FERNANDEZ, LA TRISTE STORIA DEL PANZER PANAMENSE

La partecipazione di Panama al Mondiale del 2018 ha nuovamente accesso i riflettori sul movimento calcistico del paese centroamericano, nonostante le tre sconfitte rimediate dagli uomini del colombiano Hernán Darío Gomez.
I più vicini al calcio dell'universo CONCACAF ricorderanno vari elementi che hanno nobilitato la maglia della Marea Roja, partendo dal Cascarita Luis Ernesto Tapia, passando per Víctor René Mendieta Ocampo. fino ad arrivare ai gemelli Jorge e Julio Cesar Dely Valdés, con quest'ultimo ottimo protagonista anche in Italia con la maglia del Cagliari.
In mezzo a questi nomi non stona affatto quello di Rommel Fernández, corpulento attaccante nativo di El Chorrillo, prematuramente scomparso in un incidente automobilistico.


Il particolare nome di battesimo deriva dalla grande ammirazione che il padre aveva nei confronti del famigerato feldrmaresciallo tedesco, noto per le sue tattiche militari in Africa durante la seconda guerra mondiale.
In campo il figlio mette invece in mostra doti fisiche e potenza tali da garantirgli il soprannome di Panzer, che lo accompagnerà per tutta la carriera di attaccante.
La stessa ha inizio nell'Atlético Panamà dove sfrutta la meglio i 186 centimetri di altezza e la buona confidenza con il gol per approdare all'Alianza FC, piccola realtà della capitale con la quale si impone anche al di fuori della nazione.
La grande potenza e l'impeto con le quali si destreggia nell'area di rigore sono le doti che lo rendono appetibile per il contesto europeo, anche grazie ad un'apprezzabile intelligenza tattica.
L'efficacia del suo colpo di testa rappresenta la peculiarità realizativa di un profilo tecnico che nel 1987 convince il Tenerife ad acquistarlo, dopo che l'anno prima aveva esordito nella nazionale maggiore.

In patria il suo nome è davvero in voga, anche per le buone prestazione con la nazionale, composta da un generazione di validi giocatori in grado, secondo molti, di mettere il nome di Panama nella cartina geografica del calcio che conta.
Dopo un stagione di apprendistato nella quale segna 8 reti nella seconda divisione spagnola, El Panzer trascina nella successiva la formazione delle Canarie alla promozione, mettendo a segno 17 reti. 
Nella sua prima esperienza nella Liga segna 10 decisive reti per la salvezza, formando con Quique Estebarranz ed il brasiliano Guina un ottimo terzetto offensivo; l'anno successivo le reti sono 13, in un squadra nobilitata dall'arrivo di Fernando Redondo in cabina di regia.
L'attestato valore anche nella massima serie spagnola gli vale la chiamata del Valencia, che lo vuole affiancare al bulgaro Lyuboslav Penev nel reparto offensivo agli ordini dell'allenatore olandese Guus Hiddink.



L'avventura si rivela però non positiva, con il giocatore panamense che trova la rete solamente 2 volte, nell'arco di una stagione che il Valencia termina al quarto posto, molto vicina comunque alla primissime posizioni.
La dirigenza punta ad un salto di qualità e decide di fare a meno di Fernandez, decidendo di mandarlo in prestito per monitorarne gli auspicabili miglioramenti che un giocatore di 26 anni può compiere. Si spiega così il suo passaggio all'Albacete, formazione che il campionato precedente è giunta settima agli ordini del tecnico Benito Floro.



Inserito in un tridente con Antonio Lopez Alfaro e Antonio Pinilla Miranda, l'attaccante panamense sembra aver ritrovato la solita vena realizativa, andando a segno 8 volte nelle prime 17 giornate, compreso un gran gol nella vittoria contro l'Atletico Madrid, fino a quando un fato meschino e tremendo non decide di mettere fine alla sua vita.
Il 6 maggio 1993 alla guida della sua Toyota Celica, presa in onore del suo idolo Carlos Sainz, perde il controllo e termina la corsa contro un albero, causandogli danni celebrali talmente gravi da portarlo alla morte.
In patria così come in Spagna è grande la disperazione ed il cordoglio per un ragazzo di 27 anni prematuramente e drammaticamente scomparso; a Panana City gli viene intitolato l'Estadio Revolución, ora conosciuto come Estadio Rommel Fernández, mentre ad Albacete, nel perimetro dell'Estadio Carlos Belmonte viene posta una targa a perenne ricordo dello sfortunato calciatore.




Ogni 6 maggio il popolo del Queso Mecánico si riunisce nel suo ricordo proprio nel maledetto punto dell'incidente, mentre all'Estadio Heliodoro Rodríguez López un murales ricorda a tutti la figura del Panzer Rommel Fernández.






Giovanni Fasani



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