martedì 6 agosto 2019

IL "RIGORE" DI SILAS

Nell'estate del 1990 il Cesena cerca la quarta salvezza consecutiva affidandosi nuovamente a Marcello Lippi come guida tecnica, puntando su di un nuovo tandem offensivo formato dal brasiliano Amarildo e dal giovane e rampante Massimo Ciocci.
I due sono chiamati a sostituire il Condor Massimo Agostini, massimo cannoniere dei bianconeri negli ultimi anni, meritatamente trasferitosi al Milan campione d'Europa in carica di Arrigo Sacchi.
Negli ultimi giorni di calcio mercato la dirigenza romagnola si accorge che manca qualcosa in termini di fantasia, rendendosi conto che è necessario trovare in fretta il classico giocatore da ultimo passaggio, in possesso altresì di doti tecniche individuali che possano fare la differenza nella atavica lotta per non retrocedere.
Con uno sforzo economica considerevole il presidente Edmeo Lugaresi acquista il talento brasiliano Paulo Silas, fresco dell'esperienza in Portogallo con lo Sporting CP ed al momento tesserato con la compagnie uruguaiana del Central Español.




Il trequartista è effettivamente in possesso di tutti i crismi del talento brasiliano, avendo grande tecnica, dribbling rapido e, soprattutto, un piede destro fatato con il quale trova la porta con facilità e con conclusioni molte volte sbalorditive.
In particolare si dimostra eccezionale nel saper imprimere traiettorie morbide alla palla con  estremamente precise, così come conferirle grandissima potenza, con tiri che spaccano letteralmente la porta.
Con un simile campionario di virtù è facile perdonargli un certa indolenza e la tendenza a concedersi quale pausa di troppo, anche se il calcio europeo e quello italiano in particolare mal si addicono a tali mancanze.




Il suo esordio con il Cesena si concretizza solamente alla settima giornata, a causa dell'iter burocratico e regolamentare per il trasferimento dall'Uruguay ed avviene in casa contro il Torino, neopromossa ed in gran spolvero nel torneo in questione.
Silas gioca nella zona centrale del centrocampo in coabitazione con Paolo Giovannelli, con il compito di dare imprevedibilità e ritmo ad una squadra in un positivo momento come dimostra l'ultima vittoria sul campo del Bologna, decisa da un gol di Ciocci, in assoluto l'elemento più in forma nel primo scorcio di stagione.
Contro la formazione granata la gara inizia in salita a causa del gol si Silvano Benedetti al 13° minuto, giunto quasi improvviso dopo le prime folate prodotte dai bianconeri.
Dieci minuti dopo Silas viene steso a 30 metri dalla porta in posizione leggermente defilata sulla destra, generando un relativo calcio di punizione apparentemente non pericoloso per la porta Marchegiani.
Chi si aspetta un cross non ha memoria dell'arte brasiliana nel calciare il pallone, soprattutto nella tecnica di colpire il pallone sulla valvola con le tre dita, specialità di tanti connazionali di Silas, come Eder e Branco.
Fedele a tale tradizione lascia partire di un tiro di inaudita potenza e di irreale curvatura che finisce all'incrocio dei pali alla destra di Marchegiani, vanamente proteso in tuffo.





Il pubblico incredulo applaude l'inaspettata prodezza, così come i compagni di squadra, non ancora avvezzi a simili prodezze da parte del talentuoso numero otto brasiliano.
Al termine della sfida, terminata 2-2, Silas si dice soddisfatto della propria partita e del gol realizzato, generando ilarità in sala stampa per il fatto di essere convinto di aver segnato un "rigore" e non una punizione.
Di ilare in realtà nel prosieguo della stagione ci sarà ben poco per il Cesena, il quale raccoglierà solamente 12 punti nelle successive 27 giornate, incappando in un'inevitabile retrocessione.
Lo stesso Silas accenderà tecnicamente la luce saltuariamente, trovando la rete in altre due occasioni contro Pisa e Lazio, ma senza riuscire a fare la differenza come invece ci si poteva aspettare all'atto del suo acquisto.
L'avventura italiana prosegue nella Sampdoria fresca di scudetto, con la quale gioca una stagione qua e là impreziosita da qualche giocata ad effetto (personalmente ricordo un suo magico pallonetto nella gara interna contro il Rosenborg vinta per 5-0.
Dal 1992 ricomincia il suo peregrinare in giro per il mondo, senza riuscire pienamente ad esprimere in pieno un talento senza ombra di dubbio fulgido.
Ma a Cesena qualcuno si ricorderà sicuramente di quel incredibile calcio di punizione, perla assoluta in una stagione da dimenticare. Punizione per tutti tranne che per lui, convinto di aver segnato un rigore.....



Giovanni Fasani

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