Il periodo di maggior gloria della squadra transalpina del Saint Etienne è, senza ombra di dubbio, quello della seconda metà degli anni '70 lasso di tempo in cui gli uomini, sapientemente guidati da Herbin vincono alcuni titoli francesi e sfiorano una coppa dei campioni perdendo la finale per 1-0 contro il Bayern Monaco del "Kaiser" Beckenbauer.
I verdi dell'ASSE hanno in quegli anni d'oro alcuni fuoriclasse di valore assoluto come il portiere Curkovic, i francesi Larios, Santini e Rochetau, l'olandese ex del grande Ajax di Cruijff Jhonny Rep e soprattutto quello che risulterà essere il più grande giocatore francese di tutti i tempi Michel Platini.
C'è però una partita che nel piccolo centro urbano francese tutti ricordano. Per i tifosi dei verdi quella non è una partita ma "LA" partita è l'incontro che i nonni raccontano ai nipotini, i padri ai figli di modo che essa venga tramandata di generazione in generazione.
Nei bar di Saint-Etienne davanti ad un buon bicchiere di vino o ad un pastis è stata raccontata milioni di volte fino a diventare leggenda quasi come la "Presa della Bastiglia" e chi la racconta ai posteri ancora oggi si emoziona, ancora oggi piange o ride sguaiatamente, ma soprattutto tutti sono orgogliosi.
Chi in quell'ormai lontano Settembre 1979 era vivo giura che quella sera era lì al "Geoffrey Guichard".
Erano in 38000 e lo stadio era stracolmo ma se oggi dessimo retta a chi, con il cuore che va a mille, ci dice io c'ero non sarebbe bastato uno stadio da 500000 posti per contenerli tutti. Tutti la raccontano con parole diverse ma con le stesse emozioni così come oggi provo a fare io.
La partita in questione e la gara di ritorno del secondo turno di Coppa UEFA 1979/80 fra i verdi del Saint Etienne ed i rossi tulipani olandesi del PSV Eindhoven eredi del grande Ajax, che fece sue tre coppe campioni e modificò il modo d'intendere il calcio. Ma andiamo con ordine.
Quando il sorteggio mette di fronte per la terza volta negli ultimi quattro anni il Saint Etienne ed il PSV i tifosi, i giocatori, i tecnici della squadra francese imprecano; è vero che negli ultimi due scontri hanno avuto la meglio, ma sono state partite dure tirate e dall'esito incerto in più gli olandesi hanno giurato vendetta ai "verdi" ed a Jhonny Rep reo di aver militato nell'Ajax e di aver scelto l'ASSE al PSV, la Francia all'Olanda.
Il "Philips Stadion" si presenta agli occhi dei francesi come una bomboniera, come un impianto moderno ed accogliente, ma come scoprono ben presto i verdi le insidie e le trappole sono dietro l'angolo.
Rep è fischiato dal primo minuto e al secondo giro di lancette si prende i tacchetti di Valke sulla coscia sinistra ed al terzo Van Croy lo spedisce in infermeria da dove ritorna con un impacco, ma la sua partita consisterà nello schivare i colpi degli avversari.
In un clima di guerriglia i "verdi" subiscono due gol e tornano a casa con la schiena apparentemente rotta.
Nel dopo partita l'allenatore degli olandesi Kees Rijvers, con sorrisetti strafottenti che sanno di presunta superiorità lascia intendere che ormai il Saint Etienne è finito.
Quando gli chiedono di Platini lo definisce come un generale che lancia le sue truppe allo sbaraglio e poi le segue da lontano con il cannocchiale.
Kees Rijvers è un buon allenatore ma lui pensa di essere eccelso si crede un innovatore ma l'unica cosa che sa fare è copiare gli altri e come tutte le copie alle sue squadre manca sempre qualcosa; quel qualcosa che le renderebbero uniche e il suo PSV è una brutta coppia del grande Ajax che fu di Rinus Michels.
Si diverte a provocare e provocando fa montare la rabbia ai suoi avversari, e convinto di essere il migliore e già questo basta a renderlo un mediocre.
Herbin, dal canto suo è calmo e pragmatico e sa incutere fiducia ai suoi senza mancare di rispetto agli altri.
Sa di non aver inventato lui il calcio ma sa leggere le partite e le situazioni come pochi e sa che il grosso del lavoro l'ha già fatto il suo rivale Rijvers.
Prepara la gara con meticolosità, e racconta ai suoi le grandi imprese dei verdi in coppa. Racconta di quando, pochi anni prima, il Saint Etienne ha rimontato 3 gol all'Hajduk Spalato con un sonoro 5-1 nel tempio pagano del "Geoffrey Guichard".
Di quando la Dinamo Kiev dovette arrendersi ai colpi dei verdi dopo aver vinto in Unione Sovietica con il punteggio di 4-1.
Racconta che all'epoca i "verdi" hanno fatto un giuramento: "Per l'Hajduk al Geoffrey Guichard ci sarà l'inferno" e prendendo esempio dai loro fratelli maggiori Platini e company fanno lo stesso giuramento "Per il PSV ci sarà l' inferno".
Intanto Rijvers continua nel suo perverso gioco ed ha parole di fuoco per Rep la rosa piena di spine e per altri giocatori francesi fra cui Larios il quale risponde a tono al tecnico olandese "Lo vedremo in Francia se sorriderà ancora lo aspettiamo qui. Aspettate e vedrete".
All'arrivo in Francia Rijvers annuncia una serie d'infortunati che guarda caso saranno tutti recuperati per l'incontro.
Gli olandesi forti dei loro due gol di vantaggio si sentono invincibili.
Vanno per negozi, ridono, fanno shopping e passano ore a gozzovigliare nei saloni del loro hotel come turisti annoiati che non sanno che fare.
Sono insopportabili e quando nel giorno dell'incontro entrano sul prato verde dello stadio del Saint Etienne ridono e segnano a dito i tifosi che gli fischiano, rispondono ai loro insulti con sberleffi, saluti e risate.
Sembrano un esercito di mercenari in un paese già sconfitto e conquistato.
I giocatori francesi gli osservano dalle tribune per nulla intimoriti l'hanno giurato per il PSV ci sarà l'inferno.
Negli spogliatoi Herbin ricorda che è tutto possibile "Ricordatevi di Kiev e di Spalato" tuona e poi continua "Avete visto i vostri avversari? Vi credono già vinti sta a voi toglierli quel ghigno dal volto".
Nei suoi occhi tutti leggono il compito che assegna loro e poi è il turno di Curkovic il vecchio portiere dei verdi "Stasera c'è un solo modo per qualificarci. Il pressing e sapete bene cosa vuol dire!!!! bisogna lottare su tutti i palloni portare il pericolo nella loro metà campo. Rispettare le consegne se anche uno solo non lo fa siamo perduti".
Qualcuno sorrideva altri no fra questi Rep che a capo chino rimuginava sulla partita di andata e ripeteva all'infinito i gesti più elementari.
Era ancora scottato dal trattamento ricevuto all'andata e voleva vendetta.
All'ora stabilita i giocatori si incrociano sotto il tunnel senza neanche guardarsi in un'indifferenza glaciale che segna la tensione.
Ed in un'attimo la partita è cominciata. Gli olandesi non hanno il tempo di capire nulla che Larios raccogliendo una palla vagante porta in vantaggio i verdi 2'57": 1-0.
E via si ricomincia. Van de Kerkhof prova un lancio dalle retrovie, ma Lopez fa buona guardia ed appoggia a Curkovic che rilancia sulla palla si avventa Valke che però perde palla.
La recupera Platini che serve Rep che porta palla per 30 metri e scarica la sua rabbia con un tiro forte e preciso che incoccia su un difensore per finire ancora nella zona di Platini che controlla e......GOL. 3'42": 2-0.
Lo stadio esplode un nugolo di maglie verdi sommerge colui che alla Juventus diventerà "Le Roi" e gli olandesi?
Sono li cerei in volto, che non riescono a capacitarsi di ciò che gli circonda.
Van Beveren il loro portiere è ancora inginocchiato incredulo e stranito quasi come se aspettasse di svegliarsi da un incubo troppo brutto per essere vero.
Il PSV sembra un pugile suonato che si aggrappa alle corde per cercare di stare disperatamente in piedi. Ma l'aria che si respira è quella del K.O, che puntualmente arriva secco violento come quello di una tempesta che rade tutto al suolo.
Farison riceve palla sulla sinistra ed avanza indisturbato per 25 mt prima di crossare in mezzo dove Platini fa velo mandando fuori tempo tre stralunati difensori olandesi, la palla arriva Santini che incrocia sul secondo palo inchiodando alla linea un esterefatto Van Beveren 4'52": 3-0.
144 secondi dividono la serie dei gol dei "Verdi".
Il glorioso "Geoffrey- Guichard" sembra scosso dal terremoto. Le notizie arrivano nel resto d'Europa nessuno ci crede....i giornali francesi preparano le edizioni speciali mentre i giocatori del PSV incassano le spalle e provano vergogna verso il pubblico che prima segnavano a dito e deridevano.
Ma non è ancora finita c'è aria di castigo ed allo scoccare dell'ora una punizione pennellata, telecomandata e con una parabola bella ed impossibile di Platinì serve il poker 59'32": 4-0. Al 75° Platini viene sostituito fra l'ovazione del pubblico al suo posto Laurent Roussey diciassette anni reduce da diciassette mesi d'inattività a causa di un grave infortunio.
Il pubblico che ha seguito la sua "via crucis" gli fa festa.
Messo sotto contratto dall'ASSE alla tenera età di 13 anni, facendo storgere il naso a molti dirigenti nei meandri dei corridoi federali. Roussey è un figlio della città amato da tutti e quando per la quinta volta con un destro dalla media distanza trafigge Van Beveren lo stadio colmo di felicità sembra venir giù 81'12" : 5-0.
Il PSV ed il suo allenatore non esistono più ma la vendetta non è ancora completa. Gli "olandesi volanti" hanno ormai le ali spezzate quando Rep simbolo definitivo della riscossa dei verdi inchioda ancora una volta Van Beveren alla sua gabbia dandogli il colpo di grazia 89'24"": 6-0.
La squadra e la boria di Rijvers è crollata come un polder olandese davanti ad uno tsunami nell'inferno verde.
È il trionfo del lavoro sulla superbia, del cuore sulla lingua, dell'umiltà sulla boria. É il trionfo del Saint-Etienne.
Danilo Crepaldi
Fonti "La mia vita come una partita di calcio" di Michel Platini (1988)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.