sabato 9 settembre 2017

MICHELANGELO RAMPULLA


Michelangelo Rampulla è sicuramente uno dei più ricordati ed apprezzati numeri 12 degli anni novanta.
Siciliano DOC, nasce a Patti, nel messinese, il 10 di agosto del 1962. Calcisticamente cresce nella squadra  bianconera della piccola cittadina, la Pattese, inizialmente con il ruolo di attaccante. Il padre, grande appassionato di calcio, vista la stazza (quasi 190 cm per 82 chilogrammi) lo convinse a cambiare ruolo, diventò portiere. Scelta che si rivelò fondamentale per lo sviluppo della carriera.


Esordì in prima squadra nella stagione 1979/1980 a soli 17 anni. Le buonissime prestazioni convinsero l'altrettanto giovane Direttore Sportivo del Varese Beppe Marotta ad integrare in squadra il 18enne Rampulla. In un balzo solo, dalla promozione in Serie D alla B.
L'idea era quella di aggregarlo alla squadra primavera e inserirlo di tanto in tanto come terzo portiere in prima squadra. Ma le cose non andarono proprio così: nel primo turno di Coppa Italia il portiere titolare Nino Trapani si fa male. Q
uindi alla prima di campionato gioca il secondo, Enrico Nieri che sfortunatamente si becca quattro gol. Che succede quindi?
Succede che all'esordio in casa, contro il Milan retrocesso per il clamoroso scandalo scommesse, il 18enne Rampulla parte titolare, riuscendo a tenere inviolata la porta e a ottenere un insperabile pareggio.
Da quel momento, posto fisso in porta. Salvezza ottenuta al primo anno, promozione sfiorata con un quarto posto al secondo e metà classifica al terzo, sempre con ottime prestazioni.
Durante la sua militanza con i biancorossi, si guadagna la chiamata dell'allora CT dell'Under 21 Azeglio Vicini e fa il suo esordio internazionale a Cremona contro la Spagna.
Vittoria per 2 a 0 grazie a Mancini e Mauro ma soprattutto, nessun gol subìto.
Per Rampulla è ora di cambiare. Accarezzato per un soffio il sogno serie A (l'Inter aveva pensato a lui per sostituire Bordon), si accasa in romagna, al Cesena dove riabbraccia i colori bianconeri.
Titolare fisso, passa due intense stagioni con i Cavallucci Marini, con ancora belle prestazioni, la conferma in Under 21 e fa addirittura da "chioccia" ad un giovane portiere, un certo Sebastiano Rossi.
Dell'esperienza in Emilia Romagna, in un'intervista, Rampulla racconta un curioso aneddoto: partita Monza - Cesena, rigore a favore dei bianconeri che nelle giornate precedenti avevano sbagliato 5 rigori. L'allenatore Buffoni chiede a Michelangelo di tirarlo ma sfortunatamente anche lui sbaglia, nessun gol (per ora...)
Successivamente, di nuovo profumo di Seria A, Napoli chiama e alla fine... non se ne fa nulla.
Arriva quindi la chiamata della Cremonese, proprio in quella città dove due anni prima esordì in nazionale.

 

 
La società decide di puntare su di lui dopo una deludente retrocessione dalla massima serie, riagguantata dopo più di mezzo secolo. I risultati non corrispondono alle aspettative e a parte un' insperata semifinale di Coppa Italia raggiunta (persa con l'Atalanta) per ben quattro anni i grigiorossi rimangono in serie cadetta.
Il 25 giugno dell'89 la grande occasione; a Pescara si gioca lo spareggio per la promozione in A tra Cremonese e Reggina, Rampulla prima interviene miracolosamente sull'attaccante amaranto Mariotto e poi, complice lo 0 a 0 nei tempi regolamentari, para due rigori decisivi che valgono il passaggio alla serie superiore.




Di nuovo retrocessione in B con conseguente ritorno in A; dopo otto anni e più di 250 presenze con la maglia della città del torrone, arriva la consacrazione a "idolo": 23 Febbraio 1992, a Bergamo si gioca Atalanta - Cremonese.
La Dea è avanti di una rete, al minuto 89 la Cremo batte una punizione dalla destra. Classica mischia in area, da dietro spunta un testone corvino che, da attaccante vero, insacca di testa.
Pareggio all'ultimo minuto, rete di Rampulla che entra nella storia. Prima di lui, nella massima serie nostrana, mai nessun portiere aveva segnato su azione.




Il momento di esaltazione non finisce qua, perchè dopo anni di gavetta finalmente arriva la chiamata, e che chiamata!
La Juventus, la squadra per cui da piccolo ha sempre tifato, lo vuole come dodicesimo, anche per far crescere un giovane Peruzzi.
Giunto a Torino appunto come riserva è comunque riuscito a ritagliarsi il suo spazio.




E' titolare nelle prime due di Coppa Italia e anche la prima campionato. Pochi giorni prima dell'importante semifinale di Coppa UEFA il numero  1 si fa male e il 6 aprile del '93 Rampulla, a trent'anni compiuti, esordisce in una competizione europea per club.
Nella doppia sfida con il Paris Saint Germain di George Weah, Michelangelo è assoluto protagonista, para qualunque cosa e la sua Juventus arriva in finale, vinta poi con il Borussia Dortmund di Rummenigge.
La stagione 93/94 lo vede molto spesso relegato inp anchina, con qualche sporadica apparizione in UEFA e in campionato.
Nel 94/95 qualche partita giocata in più, specialmente una, molto sentita: il 29 aprile, a Firenze, la Juve gioca una delle partite chiave per il campionato. Nel primo tempo, Rampulla cerca di anticipare in uscita l'attaccante viola Baiano.
Lo tocca , o forse no, fatto sta che il direttore di gara concede un dubbio rigore. Si presenta Batistuta sul discetto, già pronto a sfoderare la sua famosa mitraglietta.
Deve fare però i conti con un Rampulla super che non si lascia ammaliare dagli occhi di ghiaccio dell'argentino e para il penalty, tirato centrale ma potente.
Sicuramente un tassello importante sia per la vittoria per 1 a 4, sia per la conquista del massimo campionato, il primo in carriera.
Oltretutto è titolare nella doppia finale di Coppa Italia giocata contro il Parma, dove non subisce reti e vince, da protagonista, anche la sua prima Coppa Nazionale.
Le annate 95/96 e 96/97 saranno per lui e di conseguenza per il popolo bianconero, memorabili.
Il 22 maggio  del 96 è tra i convocati per la storica finale dell'allora Coppa dei Campioni  (competizione nella quale fece il suo esordio a Bucarest, in casa dello Steaua) di Roma contro gli olandesi dell'Ajax, vinta ai rigori.
Il 26 novembre invece, a Tokyo, vince la Coppa Intercontinentale contro gli argentini del River Plate detentori della Copa Libertadores.
Infine nel febbraio del 97 aggiunge al palmarès la Supercoppa UEFA conquistata grazie alla doppia vittoria con il il Paris Saint Germain, detentore della Coppa delle Coppe. Infine, a maggio, si laurea per la seconda volta in carriera, Campione d'Italia.
Altro scudetto vinto nel 97/98 e poi, complice la fine di un ciclo in casa Juventus, pochi altri trofei. Si ritrova inaspettatamente titolare nella prima parte della stagione 98/99, in quanto Peruzzi era reduce da un fastidioso infortunio che gli causa anche l'esclusione dai Mondiali di Francia.
E' stato titolare nella partita più importante di quella stagione, giocata a Atene contro i biancorossi dell'Olympiacos Pireo. In una partita decisamente incolore (quelli con più memoria ricorderanno solo la simpatica "invasione" di un cane, che fece i suoi bisogni in campo!) Rampulla compie una parata che, assieme alla rete del Capitano Conte, risuLtò decisiva per il passaggio alle semifinali.


 
Passano gli anni per il numero 12 e le partite giocate sono sempre meno. Cambiano anche i colleghi di reparto: ceduto all'Inter Peruzzi, nel 1999 arriva Edwin Van Der Sar dall'Ajax e l'anno successivo l'urugaiano Fabian Carini dal dal Danubio.
L'ultima stagione in attività coincide anche con l'approdo in bianconero del più grande portiere della storia juventina: dal Parma, pagato cento miliardi di lire, giunge sotto la Mole Gianluigi Buffon. Gli spazi si chiudono ancora di più e Rampulla gioca solo una partita quell'anno e che sarà anche l'ultima della sua carriera prima di appendere i guantoni al chiodo, Juventus-Sampdoria di Coppa Italia.
Chiuderà la carriera con la maglia bianconera totalizzando 99 presenze di cui 78 da titolare.



Rampulla non ha mai abbandonato definitivamente il calcio. Inizialmente si è occupato di televisione, lavorando in alcune emittenti private come opinionista. Poi è stato richiamato dalla Juventus, prima con un ruolo dirigenziale (Coordinatore degli Juventus Club) e con l'ingaggio come allenatore del suo ex compagno di squadra Didier Deschamps ricopre il ruolo di preparatore dei portieri nella prima squadra. Rimarrà in società, sempre come preparatore, alternandosi tra la prima squadra e la formazione Primavera fino ad ottobre del 2010.
Nel suo futuro resta sempre a tinte bianconere perchè nell'estate del 2011 viene scelto come allenatore del Derthona, in Serie D. Dopo un ottimo inizio di campionato a dicembe decide di mollare, complici i risultati negativi dell'utlimo periodo. Non resta disoccupato per molto tempo perchè il suo "maestro" Marcello Lippi decide di affidare a lui il ruolo di preparatore deil Guangzhou.
Nel 2016 è tornato alle cronache in quanto è stato eletto Presidente della Cremonese, squadra che lo aveva lanciato in serie A, ma dopo pochi mesi lascia l'incarico, destinazione ancora a Oriente, ancora co ìn Lippi. Stavolta alleneranno la nazionale della Cina.
Michelangelo Ramulla si può quindi annoverare tra i migliori numeri 12 della storia. Si è dimostrato essere prima un ottimo giocatore fondamentale "in provincia" e poi, con molta umiltà, ha saputo mettere al servizio di una società di livello mondiale tutta la sua esperienza e professionalità.
Ha giocato contro ed assieme ai migliori calciatori degli anni 90,ha vinto quattro campionati e sette coppe nazionali e internazionali, ha saputo farsi amare da tutti in ogni sua squadra ed è entrato nella leggenda con il suo gol di testa. Che dire... chapeau Michelangelo



Simone "Montiz" Montagna


Twitter: @officialmontiz

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