“Olympiakos,
Pana, AEK, Pana, Olympiakos, Olympiakos, AEK, Olympiakos, Pana ed ancora
Olympiakos”. No, non sono impazzito. E’ semplicemente una rappresentazione più
o meno veritiera degli ultimi trionfi nel campionato greco.
Siamo
ormai abituati da anni a veder trionfare quasi sempre l’Olympiakos, complice un
ridimensionamento su più fronti di coloro che sono i rivali cittadini, il
Panathinaikos. Se si aggiunge il recente tracollo dell’AEK, retrocesso nelle
serie minori per poi farvi ritorno lo scorso anno, siamo veramente di fronte ad
un campionato che ogni anno si colora di biancorosso.
Tuttavia
nella storia calcistica greca ci si accorge come le
città di Atene e Salonicco l’abbiano sempre fatta da padrone. C’è però un’eccezione, un piccolo puntino nell’albo d’oro, quel puntino è di colore granata e porta il nome dell’Athlitiki Enosi Larisas, meglio conosciuto con il nome di Larissa, l’unica squadra “di provincia” a vincere il campionato della penisola ellenica.
città di Atene e Salonicco l’abbiano sempre fatta da padrone. C’è però un’eccezione, un piccolo puntino nell’albo d’oro, quel puntino è di colore granata e porta il nome dell’Athlitiki Enosi Larisas, meglio conosciuto con il nome di Larissa, l’unica squadra “di provincia” a vincere il campionato della penisola ellenica.
Sono
passati ormai 27 anni da quello storico successo e molto è cambiato, tant’è che
la squadra naviga nei bassifondi delle serie minori greche.
Ma
nella “Fortezza”, traduzione italiana di Larissa, ancora ricordano con estremo
piacere ed orgolgio la cavalcata dei “Vyssini”.
Una
cavalcata che ha inizio 3 anni prima quando la squadra allenata dal polacco
Andrzej Strejlau riesce a conquistare la Coppa di Grecia vincendo la
concorrenza del ben più forte PAOK Salonicco, annientato 4-1 nella finale allo
Stadio Olimpico di Atene.
In
questo breve racconto c’è anche un pochino di Italia. Nella ormai scomparsa
Coppa delle Coppe dell’anno successivo il Larissa è opposto alla Sampdoria nel
primo turno. Sulla carta sembrano esserci pochi dubbi sull’andamento della
sfida ed invece ne esce un doppio confronto più ostico del previsto per la
squadra blucerchiata.
Nell’andata
dello Stadio Alcazar i ragazzi di Bersellini faticano non poco a strappare un
pareggio; è Roberto Mancini a riacciuffare l’iniziale gol del centrale Giorgios
Mitsimponas e a decidere poi la gara di ritorno che termina 1-0 per i genovesi.
Un
paio di anni dopo in casa granata vi è una piccola rivoluzione. Al posto di
Strejlau, siede sulla panchina un altro polacco, Jacek Gmoch, già vincitore
dell’Alpha Ethniki qualche anno prima col Panathinaikos.
All’appello
mancano anche il portiere Georgios Plitsis (passato all’Olympiakos) ed il
difensore Takis Parafestas. Tuttavia è salito alle cronache greche un giovane
“numero 10”, Vassilis Karapialis che farà le fortune (anche) dell’Olympiakos
negli anni ’90.
Confermato
anche il forte attaccante Michalis Ziogas, vero trascinatore di una squadra che
si appresta a disputare un campionato tranquillo.
La
parola Fortezza inizia però a diventare anche prezioso aggettivo per lo Stadio
Alcazar, infatti su 15 partite disputate tra le mura amiche il Larissa le vince
tutte salvo pareggiare 1-1contro il PAOK.
Il
primo segnale che la stagione poteva essere migliore rispetto a quanto sperato,
lo si ha alla 6° giornata quando i “Vyssini” battono 3-1 l’Olympaikos con un
Ziogas in giornata di grazia.
Dopo
aver scongiurato una squalifica per doping di un proprio giocatore, il Larissa
conquista il primo storico scudetto alla penultima giornata grazie ad
un’incornata, neanche a dirlo, di Mitsimponas, quanto mai prezioso per la causa
granata.
Nei
cuori dei tifosi il difensore centrale occuperà sempre un posto d’onore, a
maggior ragione dopo la sua prematura scomparsa nel 1997 a seguito di un
incidente stradale.
Matteo Maggio
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