lunedì 24 giugno 2019

LA PRIMA VOLTA PER LE FIAMME MALAWIANE

In un paese poverissimo come il Malawi il calcio rappresenta una via per evadere dalla penuria latente, talmente elevata da rendere la speranza di vita media bassissima (soli in anni recenti la stessa ha superato i 60 anni).
Morfologia del territorio, mancanza di sbocco marittimo, scarsità di infrastrutture, tensioni politiche , malattie "della povertà" ed il retaggio del dominio inglese sono alla base di una situazione socio-economia che rende il paese dell'Africa orientale uno dei più poveri (se non il più povero) dell'intero continente.
Il colono inglese ha però portato e lasciato diffondere il gioco del calcio, fondamentale nel quale la popolazione indigena sembra essere ben portata, indipendentemente dalla scarsità di risorse e strutture atte alla pratica.
Nel 1984 la nazionale allenata dallo scozzese Danny McLennan, ottiene la prima storica qualificazione alla fase finale della Coppa d'Africa, confermando sul campo come il livello del calcio dalle parti di Lilongwe sia tutto tranne che modesto.

                                          (Fonte: malawifootballlegends.blogspot.com)


La vittoria contro Zimbabwe e Madagascar proietta Le Fiamme in Costa d'Avorio sede designata della quattordicesima edizione, più precisamente a Bouaké, città dove si gioca il girone B, composto anche da Ghana, Algeria e Nigeria.
Sulla carta il girone è a dir poco proibitivo, visto il livello degli avversari ed il blasone da essi raggiunto anche al di fuori dei confini africani.
Tuttavia tale superficiale previsione non tiene conto dei valori presenti nella rosa malawiana, a partire dai due portieri Clement ‘Chimbalame’ Mkwalula e Donnex Gondwe, con il primo preferito nel ruolo di titolare.
Mkwalula è un portiere agile ed acrobatico, istintivo negli interventi, ma al tempo stesso freddo nelle situazioni di uno contro uno con gli avversari. Sono in tanti a credere che i suoi trascorsi di attaccante lo aiutino a capire le intenzioni dell'opponente, permettendogli di anticipare le sue intenzioni.
Gondwe è un altrettanto valido estremo difensore, meno appariscente del compagno, ma completo dal punto di vista tecnico.
Nel reparto difensivo è a dir poco significativa la presenza di Jack Chamangwana, capitano e leader della squadra, soprannominato Black Stone per la solidità e la sicurezza con la quale comanda il reparto difensivo.



Leggenda assoluta del calcio in Malawi, è conosciuto nell'ambiente calcistico con il soprannome di Africa, ha giocato ben 133 partite con la nazionale, con la prima di esse che risale al 1975. La sua recente scomparsa ha lasciato un grande vuoto nel contesto sportivo malawiano e non solo, per le sue esperienza agonistiche in Sud Africa e la suo attività di allenatore una volta appesi gli scarpini al chiodo.
Al centro della difesa fa copia con Young ‘Hugo’ Chimodzi, difensore tanto concreto quanto moderno, sapendo sganciarsi con profitti anche in avanti, denotando tecnica e tempismo negli inserimenti.
Altro elemento di assoluto livello è Harry ‘Barbed’ Waya, storico numero 2 delle Fiamme in quanto elemento instancabile ed affidabile, tanto da essere nominato rigorista principale della squadra.
 Colpito dalle sue qualità e dalla grande personalità, McLennan lo fa esordire proprio durante la Coppa d'Africa del 1984, venendo ricompensato da ottime prestazioni.
La sua prematura scomparsa nel 1999 ha gettato nella disperazioni gli appassionati tifosi malawiani.
Anche Gilbert ‘Agile’ Chirwa è un elemento che fa della corsa e della duttilità le sue peculiarità: terzino impiegabile su entrambe le corsie è uno dei più esperti del gruppo, sapendo districarsi in tutte le situazioni di gioco.
Da segnalare anche la massiccia presenza di Dixon ‘Landrover’ Mbetewa, difensore potente e concreto, sempre concentrato ed attento nella marcatura dell'avversario.
A centrocampo la coppia formata da Jonathan ‘Master of body movement’ Billie e Collins Thewe è uno dei punti di forza della compagine: adrenalinico e portato alle finte il primo, quanto ragionatore e dai piedi buoni il secondo, fanno uno la fortuna dell'altro, conferendo imprevedibilità e raziocinio alla squadra.
Durante il torneo viene impiegato per la prima volta il giovane Holman Malunga,solido centrocampista in futuro punto di forza della nazionale e protagonista nel campionato belga. Analogo il discorso anche per Patson Nyengo, altro elemento lanciato durante il torneo da McLennan.
Sulla fascia sinistra, troviamo l'unico giocatore malawiano ad essere inserito nella formazione ideale del torneo, Clifton Msiva.


Giocatore dotato di dribbling eccelso e di grande corsa, è anche in possesso di un tiro mancino di grande potenza, da lui scagliato anche dalla lunga distanza. Le sue serpentine, aiutate anche dal baricentro basso, spaccano letteralmente in due le difese avversarie.
Alla luce delle sue qualità non è raro vederlo accentrare la sua posizione, fungendo da ideale trequartista alle spalle della punte.
Altro idolo del pubblico malawiano è Lawrence ‘Lule’ Waya, sulla carta una punta centrale, ma di fatto in grado di fare la differenza su tutto il fronte offensivo.


Proprio la sua capacità di non dare punti di riferimento alla difesa avversaria rappresenta la sua più grande virtù, supportata da un profilo tecnico di ottimo livello.
Votato miglior giocatore malawiano dal 1982 al 1989 è altresì celebrato per l'efficacia del suo dribbling, particolare che gli vale anche il soprannome di Mago.
Personaggio irascibile ed incostante era invece il compianto Ricky ‘Mabomba’ Phuka, scomparso a soli 47 anni in condizioni di indigenza, senza essere riuscito a trarre profitto dalla carriera di calciatore.
Mabomba significa Tuono e tale nomignolo deriva dalla potenza del suo tiro, da lui scagliato con imprevedibilità da ogni posizione.
Il carattere indisciplinato e l'avversione ad allenarsi ne ha limitato il talento e lo sviluppato senso del gol.
L'esordio nella competizione non è dei migliori, con l'Algeria che in 38 minuti va a segno ben tre volte, salvo amministrare il vantaggio per il resto della partita.
Le Volpi del Deserto sono reduci dal Mondiale del 1982 e calciatori quali Ali Fergani e Lakhdar Belloumi dispongono di esperienza e qualità non paragonabili con i giocatori malawiani.
La miglior partita giocata dalla Fiamme è la seconda contro la Nigeria, dove la rete su riogre di Harry Waya e la prodezza personale di Msiya regalano loro il doppio vantaggio, vanificato sempre nel primo tempo dalla doppietta di Clement Temile.
Il pareggio finale regala maggior entusiasmo a Chamangwana e compagni per affrontare il Ghana, reduce da due sconfitte.
In un match equilibrato è un guizzo del ghanese Seth Amphadu e decidere il risultato, relegando il Malawi all'ultimo posto del girone, ma non sminuendo assolutamente la bella figura da quest'ultimo offerta.
Peccato che da questa prima esperienza non sia stata seguita da uno sviluppo del contesto calcistico, con la seconda partecipazione alla Coppa d'Africa arrivata a distanza di 26 anni, premiata, tra l'altro. dalla bella vittoria contro l'Algeria.
Purtroppo, però, in un paese disastrato come il Malawi lo sviluppo del calcio non è propriamente una priorità.










Giovanni Fasani








Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.