sabato 16 marzo 2019

MI CHIAMO PEDRO SERNAGIOTTO, MA CHIAMATEMI PURE MINISTRINHO

Alla fine del 1930 approda al porto di Genova una giovane ala brasiliana, proveniente dal Palestra Italia ed accompagnata dalla nomea di imprendibile e di infallibile stoccatore.
Il ventiduenne nativo di San Paolo è pronto a vestire la maglia della Juve, ma il suo approccio con la società torinese non è propriamente positivo, spingendo la dirigenza a nutrire dubbi sulla validità del trasferimento.
Va subito specificato come Pedro Sernagiotto sia alto solamente 153 centimetri, statura definibile come bassa anche per lo standard dell'epoca. Chi lo attende al porto non può che restare sorpreso e deluso da quello che può essere definito un piccoletto, non sapendo che le soprese non erano ancora finite: durante la traversata il giocatore ha inopinatamente firmato un accordo anche con il Genoa, finendo per essere tesserato per due squadre contemporaneamente.
La squalifica di un anno è la conseguente punizione che la federazione gli impartisce, decidendo altresì di consentire alla Juventus di avvalersi della sue prestazioni: Madama accetta di attendere il termine della sospensione, trovandosi al cospetto di un giocatore decisivo per i suoi successivi successi.




La cosa non deve sorprendere, dal momento che i sostenitori del Palestra Italia si erano ben presto innamorati della rapide movenze del giovane figlio di immigrati friulani, voluto fortemente da certi osservatori incuranti della sua scarsa altezza.
Ben presto si guadagna il soprannome di Ministrinho, in quanto molto simile per stile ed efficacia a Giovanni Del Ministro, laterale destro protagonista con il club di San Paolo quando il giovane Sernagiotto muove i primi passi nelle giovanili.
Quest'ultimo ci mette pochissimo per arrivare in prima squadra, sopperendo al fisico minuto con una tecnica sbalorditiva e con un'eccezionale velocità di base, messe validamente in mostra nel suo debutto nel 1927 contro l'America di São Roque.
Il diciannovenne Ministrinho è un'autentica ira di dio, contribuendo alla vittoria per 6-2 con un gol ed una seria infinita di giocate, che mettono in mostra tutto il suo talento e la non comune qualità di saper giocare per la squadra.


Grazie a quanto mostrato in campo diventa uno dei giocatori principali della squadra di San Paolo, giocando con buona continuità e segnando con apprezzabile costanza, finendo per entrare nel giro della nazionale brasiliana nel 1930, esordendo in un'amichevole contro la formazione uruguaiana del Rampa Juniors.
Nel 4-2 finale la piccola ala da ancora sfoggio di tutta la sua abilità, finendo per zittire parte del pubblico, che male aveva visto il suo ingresso in luogo di Paschoal Silva Cinelli sul risultato di 2-2.
Guardando alla formazione inziale di quella selezione non si può non accorgersi di come fosse composta dal massimo del calcio brasiliano del periodo: Amado; Granè; Del Debbio; Nerino; Gogliardo; Serafini; Paschoal; Heitor Domingues; Petrlonilho de Britto; Theophylo.
Questa presenza sarà la prima di tre apparizioni più o meno ufficiali, al quale si aggiungono le partite disputate con la maglia della selezione Paulista, la quale,impegnata nella competizione contro le altre selezioni, vincerà il titolo nazionale nel 1929.
Come già anticipato nel 1931 parte alla volta dell'Italia potendo così misurarsi con un calcio diverso, ma al tempo stesso prestigioso, permettendo altresì al Palestra Italia di monetizzare la sua partenza.
La Juventus si ritrova quindi in squadra un'ala talentuosa che porta in dote 20 reti in 54 presenze nel campionato paulista, perfettamente inseribile in un reparto offensivo di livello straordinario con Renato Cesarini, Giovanni Ferrari, Raimundo Orsi e Felice Borel.


I risultati sono da subito esaltanti, con Sernagiotto che partecipa da protagonista alla vittoria di due titoli consecutivi (rispettivamente il terzo ed il quarto del celebre Quinquennio), segnando 14 reti e facendo ammattire più di un avversario diretto con finte, ripartenze ed accelerazioni incontenibili.
Qualora i difensori avversari decidano di passare alle maniere forti approfittando del suo fisico minuto, ecco arrivare Doble Ancho Luis Monti, coadiuvato da Luigi Bertolini, a prendere con vigore le difese.
A sorprendere maggiormente è la sua capacità di esplodere tiri fortissimi con entrambi i piedi, frutto di una particolare postura nel calciare, caratterizzata dalla spinta data con entrambe le braccia quasi a saltare sul pallone stesso. Perfetta coordinazione e baricentro molto basso completo la meccanica di conclusione.
Nel 1933 ottiene anche la cittadinanza italiana che gli permette di diventare convocabile anche in nazionale: come da prassi la prima convocazioni avviene con la selezione B impegnata in una prestigiosa amichevole contro l'Ungheria, nel contesto di un pirotecnico pareggio per 4-4.
Quando in molti sembrano caldeggiare l'ingresso nella prima squadra, Sernagiotto decide di rientrare in Brasile per continuare l'attività di calciatore e seguire in prima persona l'attività di famiglia concernente la produzione di scarpe.


Nonostante nel frattempo si sia sposato con la fidanzata fatta arrivare dal Brasile e a dispetto delle offerte della Juventus, il piccolo Pedro decide di fare ritorno al Palestra Italia. 
Sulla carta a 27 anni sarebbe ancor in grado di fare la differenza e mantenere un alto livello di rendimento, ma anni di corse e di calci presi hanno reso il suo spunto meno fulmineo, limitando la sua incisività e, gioco forza il suo impiego.
Pur non essendo più la Flecha de Oro (altro suo soprannome) di un tempo, riesce a trarre beneficio dall'esperienza italiana per sopperire con un implementato senso tattico ed una maggiormente sviluppata visione di gioco.
La voglia di sentirsi ancora importante lo spinge a "tradire" l'amato club per tentare altre avventura cittadine con il San Paolo e il Portuguesa dal 1936 al 1940, salvo fare rientro
al Verdão nel 1941 giusto in tempo per vincere il Campionato Paulista e vivere lo storico cambio di nome in Palmeiras nel 1942.
L'anno dopo, al termine di una sconfitta in casa contro il Vasco da Gama, decide di abbandonare l'attività agonistica, lasciando un bellissimo ricordo nel cuore dei tifosi del neonato Palmeiras ed, indirettamente, anche in quelli della Juventus.
Pedro Sernagiotto, alias Ministrinho, è stato in effetti piccolo solo se rapportato all'altezza...





Giovanni Fasani

(Fonti: ilpalloneracconta.blogspot.com e www.palmeiras.com)




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