mercoledì 1 agosto 2018

PRENDIAMO ROMARIO? NO, EDMAR

Al termine del campionato 1987/1988 il contesto calcistico italiano applaude il gioco espresso dal Pescara di Giovanni Galeone, uno dei tecnici fautori di una nuova mentalità calcistica più spettacolare, capostipite della quale è il neo scudettato Arrigo Sacchi.
La società abruzzese ha usufruito  di un gruppo di calciatori di notevole livello, all'interno dei quali i due stranieri, il brasiliano Leo Junior e lo jugoslavo Blaž Slišković, hanno dato un notevole contributo qualitativo.
In fase di calcio mercato in vista del nuovo campionato Slišković decide di andare in Francia nel Lens, lasciando un vuoto in fase offensiva che il presidente Pietro Scibilia decide di colmare puntando su talenti brasiliani.
Dal Bayern Leverkusen acquista Milton Queiroz da Paixão, detto Tita, attaccante dai buoni mezzi realizzativi messi in mostra in patria e anche nella precedente stagione in Germania, dove ha contribuito alla vittoria della Coppa Uefa.
Dal Corinthians, invece, si assicura per circa un miliardo le prestazioni di quello che sembra un portentoso realizzatore, secondo quanto dicono le statistiche e considerando la sua titolarità nella nazionale brasiliana.
A dispetto di tali prestigiose credenziali Edmar Bernardes dos Santos, nei tabellini solo come Edmar, delude le aspettative, anche perché viene presto indicato come una soluzione di ripiego.


A quanto pare infatti la prima scelta del Pescara sarebbe nientepopodimeno che il formidabile Romario, fresco capocannoniere dei Giochi Olimpici ed indicato, con ragione, come uno dei futuri fuoriclasse del calcio internazionale.
Purtroppo per i Delfini l'offerta del PSV è economicamente superiore e l'attaccante del Vasco da Gama sceglie di andare in Olanda, costringendo a virare presso altri nominativi.
Alla luce delle indicazioni provenienti dal Brasile, la dirigenza del Pescara si affretta a chiudere con il Corinthians per Edmar, con il proposito di formare un brillante trio di brasiliani con Tita ed il capitano Junior.
I tifosi accolgono in modo positivo l'acquisto, avallato dai due titoli di capocannoniere paulista e da uello di maggior realizzatore del Brasilerao conquistati dall'attaccante nelle precedenti esperienze con Cruzeiro, Guarani ed appunto Corinthians.


Con quest'ultima compagine ha segnato 20 reti in 26 partite nell'ultima stagione, conquistandosi un posto per l'Olimpiade, dove ha segnato una rete alla Nigeria, garantendosi altresì il favore di buona parte della critica.
Ad ulteriore conferma di essere di fronte ad un giocatore di livello vi è il fatto che il commissario tecnico del Brasile Carlos Alberto Silva lo promuove titolare in tre amichevoli giocate nella stessa estate, in due delle quali Edmar trova la rete (contro Norvegia e d Austria)
A Pescara però vi è una parte di tifoseria che non può fare a meno di rimpiangere Romario, considerando anche la differenza di età tra Edmar, ventinovenne ed il suddetto Baixinho, appena ventiduenne.
A complicare le cose vi è anche la voce secondo la quale anche Tita sarebbe una seconda scelta, dal momento che il primo obbiettivo sarebbe stato il talentuoso brasiliano Geovani Silva sempre del Vasco da Gama, approdato poi in Italia nel 1989 per vestire la maglia del Bologna.
L'avventura in serie A parte quindi in modo contraddittorio, tenuto conto che sin dalle prime uscite subentrano anche divergenze tattiche con l'allenatore Galeone.


In Brasile Edmar ha sempre agito come seconda punta, amando in tale senso muoversi su fronte offensivo senza dare punti di riferimento alle difese avversarie: il tecnico lo vede invece come punta centrale, atta a beneficiare dei movimenti di Tita, Primo Bellinghieri e Rocco Pagano per concretizzare nei pressi della porta.
A creare la differente impostazione sono il curriculum realizzativo del giocatore e le sue caratteristiche fisico/tecniche, esemplificate dal baricentro basso e dalla notevole velocità di esecuzione con entrambi i piedi.
Ben presto con l'inizio del campionato è palese come al Pescara manchi qualcosa davanti in fase offensiva, con Edmar che fa grande fatica a fungere da punto di riferimento, togliendosi la parziale soddisfazione di segnare un gol al Milan nelle sconfitta per 1-3 e di realizzare un rigore contro il Napoli di Careca ed Alemão nella clamorosa disfatta per 8-2.


Il gol segnato di testa alla Fiorentina alla nona giornata ,inutile per evitare la sconfitta, resta l'ultimo del girone di andata, durante il quale trova progressivamente sempre meno spazio, finendo fuori dalla scelte di un Galeone deluso dal suo apporto alla squadra.
Nelle tribune dello stadio Adriatico e sui media si inizia a parlare senza mezzi termini di "oggetto misterioso" finendo, inevitabilmente, per alimentare il rammarico per il mancato acquisto di Romario o di un'attaccante di altre caratteristiche e livello.
Alla ventitreesima giornata si rivede nel tabellino dei marcatori mettendo a segno la rete dell'1-1 nella drammatica sfida con il Torino, in quella che è l'ultima sua rete in Serie A.



Entrambe le squadra retrocedono terminando il campionato con 27 punti, generando di conseguenza grande malumore nelle rispettive tifoserie, gettando le basi per un'opportuna revisione degli organici.
Edmar resta in Abruzzo per contribuire alla rapida risalita in serie A, ma un grave infortunio lo mette fuori dai giochi dopo 7 partite, rendendolo disponibile solamente per la successiva stagione.
Il Pescara, dopo il deludente ottavo posto della stagione 1989/1990, punta ancora su di lui per guadagnarsi la promozione, ma i postumi dell'infortunio e le solite problematiche tecnico/tattiche limitano il suo contributo a sole 18 presenze e 2 gol.
La sua carriera prosegue in patria  con l'Atletico Mineiro con il quale vince subito il Campionato Mineiro, apice di un periodo che lo vede cambiare più squadre fino al 1995, quando predilige gli Yen del Giappone per giocare con il Vegalta Sendai.
Tre anni più tardi mette fine alla sua carriera, dichiarandosi più volte contento ed orgoglioso della sua esperienza al Pescara, venendo però ripagato dall'inclusione della demenziale lista dei "bidoni" approdati in Italia e dal rammarico per aver visto lui e non Romario in maglia Biancazzurra..
Restano le sue parole a conferma di cosa fosse il nostro campionato negli anni'80:"Ricordo tanti tifosi allo stadio e un gran tifo. La squadra era sostenuta costantemente, soprattutto dalla curva Nord. Il campionato di serie A era sicuramente il più bello e difficile in Europa"






Giovanni Fasani
 

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