Quando si parla del grande Gerd Müller non si può non fare riferimento ai numeri, essendo la sua media realizzativa a dir poco sbalorditiva, così come l'incidenza dei sui gol per i successi del Bayern Monaco e della Germania Ovest.
Der Bomber ha segnato un'epoca, imponendosi come il prototipo perfetto del centravanti d'area di rigore, territorio nel quale la sua scaltrezza e la sua rapidità di esecuzione lo ha reso un vero e proprio incubo per le difese avversarie: piccolo e tozzo Müller arriva sempre prima degli altri, intuisce prima dove può arrivare ed il pallone e le sue conclusioni, anche le più sporche, finiscono sempre in porta.
Statisticamente parlando le sue realizzazioni ufficiali ammontano a 730, tra le quali alcune hanno fatto letteralmente la storia del calcio, decidendo altresì le più importanti competizioni al mondo.
Di fronte a certi numeri è davvero facile perdere il conto, così come finire per dimenticarsi di alcune di queste prodezza, anche se realizzate in contesti e contro avversari importati.
Nel 1972, ad esempio, a meno di 20 giorni dall'inizio degli Europei la nazionale tedesca ospita a Monaco di Baviera l'URSS, in un'amichevole utile per preparare l'imminente torneo al quale entrambe prenderanno parte.
Vista l'epoca in questione difficile definire bonario una sfida tra due nazioni tragicamente nemiche solamente trent'anni prima e con le conseguenza socio/politiche ancora in essere.
Quando l'attaccante di Nördlingen scende in campo non esistono amichevoli e la malcapitata rappresentativa sovietica lo prova sulla propria pelle: nel secondo tempo Müller segna quattro reti in appena sedici minuti, determinando il successo finale per 4-1.
Nel clamoroso poker c'è tutto il campionario di Müller in termini di fiuto del gol e famelica prontezza nell'approfittare della anche minima esitazione del difensore avversario.
Il primo gol in particolare certifica la sua innata capacità di concludere a rete anche in spazi risicati, come se avesse davvero un sesto senso nel "sentire" dove si trova la porta avversaria.
Quando di tratta di un mach amichevole si può sempre obbiettare che l'impegno prodotto dagli avversari possa non essere al 100%, attribuendo nel caso specifico ai sovietici una sorta di scarso impegno.
A togliere ogni dubbio ci pensa nientepopodimeno che la finale del successivo Europeo, che vede appunto opposti la rappresentativa tedesca a quella sovietica; allo Stadio Heysel il numero 13 tedesco va a segno due volte nel 3-0 completato dalla rete di Herbert Wimmer.
In una partita dominata letteralmente dalla squadra di Helmut Schön il centravanti del Bayern si dimostra come sempre letale nel sedici metri avversari, ma al tempo stesso dimostra di sapere partecipare attivamente al gioco, confermandosi non solo un attaccante d'area.
Ma quest'ultima è il suo territorio e in tal senso numeri e caratteristiche tecniche lo rendono storicamente il prototipo perfetto di quel tipo di attaccante che in Italia chiamiamo "di rapina".
In nazionale si dimostra decisamente avvezzo a realizzare "quaterne", riuscendo nell'impresa in altre tre occasioni, una precedente e due successive all'appena raccontato match con l'URSS: nel 1967 contro l'Albania in una sfida per le qualificazioni all'Europeo 1968, nel 1969 contro Cipro in un clamoroso 12-0 valido per l'accesso al Mondiale del 1970 ed infine sempre nel 1972 contro la Svizzera nella prima amichevole post Europeo.
Tali prestazioni vanno a nobilitare l'impressionate ruolino realizzativo di Müller, alimentando a dovere l'invidiabile bottino di 68 reti realizzate in 62 apparizioni con la nazionale della Germania Ovest.
Ma d'altra parte quando si parla di Der Bomber i numerosi sono per forza copiosi.....
Vista l'epoca in questione difficile definire bonario una sfida tra due nazioni tragicamente nemiche solamente trent'anni prima e con le conseguenza socio/politiche ancora in essere.
Quando l'attaccante di Nördlingen scende in campo non esistono amichevoli e la malcapitata rappresentativa sovietica lo prova sulla propria pelle: nel secondo tempo Müller segna quattro reti in appena sedici minuti, determinando il successo finale per 4-1.
Nel clamoroso poker c'è tutto il campionario di Müller in termini di fiuto del gol e famelica prontezza nell'approfittare della anche minima esitazione del difensore avversario.
Il primo gol in particolare certifica la sua innata capacità di concludere a rete anche in spazi risicati, come se avesse davvero un sesto senso nel "sentire" dove si trova la porta avversaria.
Quando di tratta di un mach amichevole si può sempre obbiettare che l'impegno prodotto dagli avversari possa non essere al 100%, attribuendo nel caso specifico ai sovietici una sorta di scarso impegno.
A togliere ogni dubbio ci pensa nientepopodimeno che la finale del successivo Europeo, che vede appunto opposti la rappresentativa tedesca a quella sovietica; allo Stadio Heysel il numero 13 tedesco va a segno due volte nel 3-0 completato dalla rete di Herbert Wimmer.
In una partita dominata letteralmente dalla squadra di Helmut Schön il centravanti del Bayern si dimostra come sempre letale nel sedici metri avversari, ma al tempo stesso dimostra di sapere partecipare attivamente al gioco, confermandosi non solo un attaccante d'area.
Ma quest'ultima è il suo territorio e in tal senso numeri e caratteristiche tecniche lo rendono storicamente il prototipo perfetto di quel tipo di attaccante che in Italia chiamiamo "di rapina".
In nazionale si dimostra decisamente avvezzo a realizzare "quaterne", riuscendo nell'impresa in altre tre occasioni, una precedente e due successive all'appena raccontato match con l'URSS: nel 1967 contro l'Albania in una sfida per le qualificazioni all'Europeo 1968, nel 1969 contro Cipro in un clamoroso 12-0 valido per l'accesso al Mondiale del 1970 ed infine sempre nel 1972 contro la Svizzera nella prima amichevole post Europeo.
Tali prestazioni vanno a nobilitare l'impressionate ruolino realizzativo di Müller, alimentando a dovere l'invidiabile bottino di 68 reti realizzate in 62 apparizioni con la nazionale della Germania Ovest.
Ma d'altra parte quando si parla di Der Bomber i numerosi sono per forza copiosi.....
Giovanni Fasani
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