giovedì 19 aprile 2018

LA GAZZELLA VELOCE DELL'IRAN

l'Iran rappresenta storicamente uno dei capisaldi del calcio del Golfo Persico, principalmente grazie ai risultati ottenuti dalla fine degli anni'60 alla fine del decennio successivo, quando il Team Melli ha ottenuto tre successi consecutivi in Coppa d'Asia e la storica partecipazione al Mondiale del 1978.
Analogamente ad altri paesi della suddetta area, le vicende calcistiche hanno seguito di pari passo quelle politiche, facendo sì che l'evoluzione del movimento calcistico subisse una brusca frenata, finendo in secondo piano rispetto alla crescenti realtà del Sud-Est asiatico.
L'anno della rinascita sembra essere il 1998, quando una delle generazioni più forti della storia iraniana conquista dopo vent'anni l'accesso alla fase finale di un Mondiale.
Decisivo in tal senso un delicato ed equilibrato spareggio contro l'Australia, risolto da un gol di Khodadad Azizi, uno dei simboli dell'Iran che si affaccia la nuovo millennio.


Ancora oggi dalle parti di Teheran il ricordo della nazionale protagonista del Mondiale in Francia è ancora vivo nella mente di tutti, così come i nomi dei protagonisti, alcuni dei quali trovano spazio nell'ideale Gotha del calcio iraniano.

Anche il modo in cui la squadra del CT Jalal Talebi si è qualificata contribuisce ad alimentare l'alone di leggenda ed il termine di impresa: dopo il pareggio nella gara di andata giocata a Teheran, l'undici iraniano si trova sotto 2-0 in quella di ritorno a Melbourne, vedendo ipoteticamente ridotte al lumicino le speranze di qualificazione.
I più fatalisti non hanno però fatto i conti con il cuore ed il carattere del Team Melli, che nel giro di 4 minuti, dal 75° al 79°, prima accorcia le distanze con Bagheri proprio su assist di Azizi,  il quale trova successivamente il pareggio con un delicato tocco sull'uscita del portiere australiano.


Nella capitale iraniana si scatena la festa, con la folla che celebra a gran voce i propri beniamini, con particolare riguardo proprio a Khodadad Azizi, già da tempo nel cuore di ogni tifoso per quanto fatto con le principali squadre di club, ma soprattutto con la nazionale.
A proposito di tale storico gol le sue dichiarazioni tendono ad elogiare l'intera squadra:" il gol che ho segnato resta il più importante della mia carriera. Non abbiamo mai perso la speranza neanche quando eravamo sotto di due gol ed i nostri sforzi sono stati premiati".
Sin dall'esordio con lAboomoslem le sue doti tecniche e la grande rapidità mettono subito in chiaro di essere di fronte ad un notevole talento, uno di quelli che dalle parti di Mashhad difficilmente capita di vedere.
Non mancano i dubbi in merito alla struttura fisica del calciatore, alto solamente 169 centimetri ed estremamente gracile rispetto a quello che si ritiene essere lo standard dell'epoca.
Quello che manca in fisico viene sopperito da Azizi per mezzo di una sempre più affinata tecnica e dalla capacità di "sfuggire" ai contrasti grazie alla grande intelligenza ed alla rilevante rapidità, messa in mostra con improvvisi scatti e serpentine irresistibili.
A tal proposito viene coniato il soprannome di Gazzella Veloce, dal momento che è proprio la velocità a farne molto più che un brillante prospetto.
A conferma del suo valore arrivano gli ingaggi presso altre squadre di prestigio del campionato iraniano, quali PAS Teheran, Bahman e Persepolis.
Questo ultimo passaggio trova ragione nella strepitosa Coppa d'Asia giocata da Azizi nel 1996, dove con le sue giocate trascina il Team Melli ad un prestigioso terzo posto.
Il premio quale miglior giocatore del torneo gli viene attribuito sia per le due reti segnate, contro Arabia Saudita e Corea del Sud, ma, soprattutto, per la raffinata classe con la quale assiste buona parte delle marcature di Ali Daei, topscorer del torneo con 8 gol.



 
Tra i due si sviluppa nel tempo un'intesa perfetta, con Daei che apre ampi spazi per gli inserimenti del compagno, il quale, ricambia idealmente il favore mettendo più volte nelle condizioni di concretizzare il suo grande senso del gol.
Nel torneo del 1996 diventa virale il video del suo gran gol contro l'Arabia Saudita, realizzato dopo una perfetta incursione in area ed una serie di dribbling di altissimo spessore.



Il match simbolo è però quello contro la Corea del Sud, dove oltre a segnare una rete, si dimostra letteralmente imprendibile, dimostrandosi il vero protagonista nella clamorosa vittoria per 6-2, paradossalmente più che Ali Daei autore di ben quattro reti.
La sconfitta all'esordio contro l'Iraq e la sfortunata sconfitta ai rigori in semifinale per mano dell'Arabia Saudita vengono compensate dalle prestazioni di una nazionale di altissimo livello, i cui giocatori iniziano ad essere ambiti anche dal club europei.
A tal proposito il tra il 1997 ed il 2000  si assiste ad una ideale  diaspora dei giocatori iraniani verso la Germania, esemplificata dal trasferimento proprio di Khodadad Azizi al Colonia, di Ali Daei e Karim Bagheri all'Armina Bielefeld, veri e propri apripista per quelli successivi di Sirous Dinmohammadi, Alireza Mansourian, Mehdi Mahdavikia, Farshad Falahatzadeh Seyed Ali Mousavi e Mehdi Pashazadeh.
Tra alterne fortune si può parlare di una vera e propria "colonia" iraniana nella Bundesliga, con Azizi che si fa apprezzare dal focoso pubblico di Colonia, nonostante la prima stagione culmini con la retrocessione.



Nei tre anni spesi con Die Geißböcke segna 10 reti in campionato, contribuendo alla loro risalita nella massima serie nel 2000, chiudendo di fatto il cerchio dopo la due anni di permanenza nella Zweite Bundesliga.
Il 2000 è un anno che funge da spartiacque per il piccolo giocatore, in quanto rappresenta l'ultimo in Germania e quello della Coppa d'Asia da disputarsi in Libano.
Riguardo al primo aspetto, la lusinghiera offerta dei San Jose Earthquakes lo convincono a varcare l'oceano per contribuire al rilancio del calcio a stelle e strisce, tornato in voga dopo il Mondiale e bisognoso di talenti per guadagnare appassionati.
Chi legge tale decisione come un allontanamento dal calcio che conta non è molto lontano dalla realtà, dal momento che anche il torneo continentale giocata con la nazionale è avaro di soddisfazioni; Azizi gioca con poca continuità, con prestazioni lontane da quelle strepitose del 1966, finendo anche per saltare il quarto di finale perso contro la Corea del Sud per squalifica.
L'avventura in California dura lo spazio di 20 partite, prima di intraprendere una serie di trasferimenti che poco aggiungono alla sua reputazione ed al suo bagaglio tecnico.
Tra le varie esperienze assume carattere tragicomico quella all'Admira Wacker nel 2005, contraddistinta da pesanti divergenze con dirigenza ed allenatore che lo indurranno a rescindere l'accordo senza mai essere sceso in campo.
A mantenere in auge il suo nome resta sempre il contesto della nazionale, per la quale continua ad essere convocato, nonostante l'età inizia a ledere la sua proverbiale rapidità.
Soprattutto per questo motivo, viste anche le scarse soddisfazioni che il campo gli ha dato dopo il rientro in patria, tra il 2005 ed il 2006 abbandona la sezione dell'Iran (47 presenze ed 11 gol) ed il calcio giocato, lasciando ai propri sostenitori il ricordo della sue giocate a tutta velocità.



E' grazie a talenti come quello di Khodadad Azizi che il calcio ha implementato la sua corsa alla globalizzazione, consentendo anche a giocatori nati in paesi esterni al binomio Europa-Sudamerica di mettersi alla prova ad altissimi livelli.
Considerando solamente gli aspetti positivi di tale processo, è innegabile come la generazione di talenti iraniani di fine anni'90 rappresenti un fenomeno ancora oggi ricordato, data la sua straordinarietà e la sua difficile riproposizione futura.
A tal proposito dopo la mancata qualificazione al Mondiale 2010 lo stesso Azizi dirà:"Il nostro popolo ama il calcio e non mancano mai giocatori di talento, ma dobbiamo assumere un piano di sviluppo a lungo termine e mantenere la coerenza a livello organizzativo per il successo futuro".
Una dichiarazione che la dice ben lunga su reciproco amore tra Iran e Azizi, calciatore che davvero sembrava una Gazzella quando innestava la sua innata rapidità.




Giovanni Fasani



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