Estratto dal libro "Dal Kick and Run al Tiki Taka" di Danilo Crepaldi
La storia della maledizione di GUTTMAN é una di quelle storie che rendono incredibilmente bello il gioco del calcio e che per questo anche se poco ha a che fare con la tattica vale pena di essere messa nera su bianco. Al posto del tecnico ungherese venne assunto il cileno FERNANDO RIERA che ereditò da GUTTMAN la possibilità di giocarsi un'altra finale di coppa intercontinentale.
Di fronte alle aquile di Lisbona il fortissimo SANTOS di PELÈ (altra squadra che si schierava con il 4-2-4) che vincendo entrambe le partite fece sua la coppa. Nella stagione successiva i rossi di Lisbona conquistarono la terza finale di coppa dei campioni consecutiva. A Wembley fu il MILAN di NEREO ROCCO a contendergliela. Nel primo tempo i "benfiquisti" passarono in vantaggio grazie ad una perla di EUSEBIO, la maledizione sembrava non far paura, ma nella ripresa una doppietta di ALTAFINI favorita dall'infortunio di COLUNA regalarono la coppa ai rossoneri.
La storia della maledizione di GUTTMAN é una di quelle storie che rendono incredibilmente bello il gioco del calcio e che per questo anche se poco ha a che fare con la tattica vale pena di essere messa nera su bianco. Al posto del tecnico ungherese venne assunto il cileno FERNANDO RIERA che ereditò da GUTTMAN la possibilità di giocarsi un'altra finale di coppa intercontinentale.
Di fronte alle aquile di Lisbona il fortissimo SANTOS di PELÈ (altra squadra che si schierava con il 4-2-4) che vincendo entrambe le partite fece sua la coppa. Nella stagione successiva i rossi di Lisbona conquistarono la terza finale di coppa dei campioni consecutiva. A Wembley fu il MILAN di NEREO ROCCO a contendergliela. Nel primo tempo i "benfiquisti" passarono in vantaggio grazie ad una perla di EUSEBIO, la maledizione sembrava non far paura, ma nella ripresa una doppietta di ALTAFINI favorita dall'infortunio di COLUNA regalarono la coppa ai rossoneri.
Passò un'anno e lo squadrone portoghese si ripresentò, regolarmente, in finale di coppa campioni. Si giocò a Milano contro l'INTER di HELENIO HERRERA. L'anatema di BELA GUTTMAN si presentò puntuale sotto forma di temporale. Un diluvio che limitò le giocate di EUSEBIO e compagni. Nonostante fosse, molto probabilmente più forte dell'INTER, il BENFICA, dovette arrendersi ad un diagonale di JAIR favorito da un erroraccio del portiere COSTA PEREIRA.
Arriviamo al 1967-68 quando il BENFICA scese nuovamente in campo a Wembley per disputare la sua quinta finale di Coppa Campioni contro il MANCHESTER UNITED di GEORGE BEST. E, anche questa volta, niente da fare i "Red Devils" s'imposero per 4-1 dopo i tempi supplementari. A questo punto tifosi e dirigenti iniziarono a preoccuparsi e chiesero perdono al loro ex tecnico arrivando ad offrirgli anche dei soldi. La risposta di BELA fu, tuttavia, perentoria: "L'incantesimo non può essere spezzato"
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