sabato 25 gennaio 2020

AUSTRIA.ITALIA, LA PARTITA SOSPESA

Il 21 marzo del 1937 allo stadio Prater si gioca una sfida tra due delle squadre più attese per il successivo Mondiale, Austria ed Italia; a rendere ancora più interessante l'incontro è il fatto che lo stesso è valido  per quarta edizione della Coppa Internazionale, trofeo che nelle precedenti edizioni è stato due vinto due volte dagli Azzurri ed una volta dal Wunderteam.
Basterebbe dare un'occhiata alle due formazioni per rendersi conto dell'alto livello degli interpreti e dei contenuti tecnici che ci si attende dal match in programma alle 15:
AUSTRIA: Platzer, Sesta, Schmaus, Adamek, Pekarek, Nausch, Zischek, Stroh, Sindelar, Jerusalem, Pesser. Selezionatori Eberstaller e Gerö. Allenatore Hussak
ITALIA: Olivieri A., Monzeglio, Rava, Serantoni, Andreolo, Corsi, Pasinati, Meazza, Piola, Ferrari G., Colausig. Allenatore Pozzo.
Sfida nelle sfida è l'ennesimo confronto tra i due fenomeni del periodo, Mathias Sindelar e Giuseppe Meazza, fuoriclasse che attraggono i favori di tutti gli esteti del bel calcio e che rappresentano il climax tecnico delle compagini in questioni.
Le tensioni politiche ed i venti del prossimo conflitto mondiale alimentano pesantemente il clima della gara, tanto che l'arbitro dell'incontro, lo svedese Otto Olsson, arriverà a sospenderla al 74°minuto.






Molti dei fatti e degli aneddoti relativi a tale partita vengono riferiti dal commissario tecnico Vittorio Pozzo, il quale resta colpito dal clima d'astio con il quale l'Italia viene accolta in campo, tra insulti, fischi ed espressioni di disprezzo che coinvolgono il contesto politico: a meno di un anno dall'Anschluss, l'annessione dell'Austria alla Germania nazista, il popolo austriaco si trova in un periodo di grande incertezza e timore, con i giocatori che dal canto loro potrebbero vedersi negata la partecipazione al successivo Mondiale in Francia (cosa che avverrà).
L'Italia per il fatto di essere alleata della Germania viene vista come un nemico, con la decisione di Mussolini di schierare l'esercito nei pressi del Brennero quale ulteriore benzina su un fuoco già di suo ardente.
In un clima di vera e propria battaglia, Pozzo conduce in campo i suoi e nel tentativo di stemperare in qualche modo i toni cerca di addentare una delle tante mele che il pubblico viennese lancia all'indirizzo degli azzurri: il tentativo del coraggioso allenatore italiano fallisce in quanto il frutto è talmente duro da non poter essere mangiato.
In campo gli austriaci non lesinano entrate e provocazioni, ma neanche sprazzi di bel gioco, con Camillo Jerusalem che segna l'unico gol del primo tempo al 40° minuto, alimentando ancora di più il clima sugli spalti.
L'arbitro Olsson non è però tranquillo, in quanto teme un'invasione del pubblico ed il pericolo che in campo possa scatenarsi una rissa, tanto da chiedere allo stesso Pozzo di parlare con entrambe le squadra, grazie alla sua ottima conoscenza delle lingue.



Gli sforzi per mantenere la partita in un ambito sportivo non portano ai frutti sperati ed il secondo tempo inizia allo stesso modo, con i giocatori italiano coperti da insulti ed intimoriti che qualcosa possa avvenire a minare la loro incolumità.
Con Gino Colaussi e Piero Pasinati in campo per onor di firma a causa delle botte rimediate, dopo 18 minuti Josef Stroh porta a due le reti trasformando un calcio di rigore, in quella che resta l'ultimo rilievo tecnico della partita.
Al 74° infatti lo scatenato Jerusalem si scontra con l'azzurro Pietro Serrantoni  acausa di un cruento tackle scivolato che lascia botte e tagli sul corpo di entrambi; a questo punto il direttore di gara capisce che non si può davvero andare avanti e con un lungo fischio chiama a sé i giocatori in campo.
Fiero, ma impaurito, il direttore di gara non si rende disponibile a continuare la partita in tale pesante clima, dichiarandosi un gentiluomo non avvezzo a simili barbarie; la sua uscita dal campo lascia sbalordito il pubblico del Prater che intuisce come la gara sia di fatto sospesa, inveendo ancora maggiormente contro gli azzurri rimasti in campo.
Vittorio Pozzo guida a passo celere i suoi giocatori verso lo spogliatoio, evitando i vari oggetti lanciati e non prestando orecchio agli insulti, accertandosi che tutti raggiungano lo spogliatoio prima di trincerarsi all'interno delle stesso.
Sarà poi la polizia a condurre la comitiva azzurra alla stazione dove il treno la riporterò in Itala con uno stato d'animo confuso e sicuramente scosso a causa di un'esperienza che si rivelerà formativa per il clima che la stessa troverà l'anno successivo in Francia.
Il risultato della partita non viene omologato e la Coppa Internazionale 1936-1938 non verrò portata a termine a causa delle già citate contingenza politiche: curiosamente la federazione austriaca considera ancora oggi la partita terminata con la vittoria del Wunderteam, riconoscendone l'ufficialità.
Tra i confronti tra Italia e Austria quello del 1937 è sicuramente quello meno significativo tecnicamente, ma espressivo della situazione socio-politica dell'Europa ante conflitto mondiale.




Giovanni Fasani


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