mercoledì 2 ottobre 2019

CHI SI RICORDA DEL BAYER UERDINGEN?

Forse in pochi si ricordano come il colosso farmaceutico Bayer si stato legato calcisticamente legato ad un'altra città oltre a Leverkusen: dal 1953 la "fabbrica dell'aspirina" ha impresso il suo marchio sulla maglia della squadra di Krefeld, a seguito della fusione tra le locali Fc Uerdingen 05 e Werkssportgruppe Bayer AG Uerdingen.
L'apice di tale connubio, terminato nel 1995, avviene nel 1985, quando la squadra di Karl-Heinz Feldkamp conquista la coppa nazionale battendo nel più classico scontro tra "Davide e Golia" il forte Bayern Monaco.


Ad essere onesti la squadra di Krefeld nell'anno in questione è davvero una matricola terribile, in grado di concludere la Bundesliga al sesto posto subito a ridosso della zona valida per la qualificazione alla coppe europee.
Analizzando la rosa ci si accorge in effetti come il livello tecnico sia di tutto rispetto, con individualità perfettamente inserite nel mosaico tattico voluto dal tecnico.
Quest'ultimo ha il grande merito di individuare i punti critici della propria compagnie, puntando su di un sistema di gioco a prima vista prudente, ma assolutamente versatile ed adattabile all'avversario.
Feldkamp passa dal preferito 3-4-1-2 al 4-4-2 anche a partita in corsa, sviluppando nei proprio uomini la grande capacità di difendere compatti, ma, al tempo stesso, attaccare con diverse soluzioni in fase di possesso palla.


Uno dei punti di forza della squadra è indubbiamente il portiere Werner Vollack, uno dei più talentuosi del periodo, frenato e successivamente fermato da una serie lunga di infortuni.
L'anno successiva la stampa spagnola lo soprannominerò El Milagro (Il Miracolo) per la grande prestazione offerta al Vicente Calderón contro l'Atletico Madrid in Coppa delle Coppe.
La difesa è comandata da Matthias Herget, libero di assoluto valore, il quale proprio nel periodo si guadagna l'attenzione anche della nazionale, vendendo convocato in seguito da Franz Beckenbauer  per il Mondiale del 1986 e l'Europeo del 1988, seppur da riserva.


Dotato di classe e senso tattico è in possesso di un naturale carisma, che lo rende il profilo ideale per essere il capitano, nonché rigorista provetto della squadra e specialista dei calci piazzati.
La finale contro il Bayern Monaco è per lui una sfida nella sfida con Klaus Augenthaler, uno dei rivali nella Germania Ovest nel ruolo di libero.
Nei dettami del tecnico Feldkamp gioca un passo indietro i due marcatori, solitamente i baffuti Ludger Va de Loo e Karl-Heinz Wöhrlin , deputati alla marcatura a uomo sulle punte avversarie. Il secondo viene chiamato da molti il Brasiliano, per la sua tendenza a giocare il pallone ed a muoversi con grande classe. Per questo può impiegato anche come mediano e come libero.
Alternativa ai due è Werner Buttgereit, dotato di gran fisico che lo rende il tipico stopper di scuola teutonica.
Molto particolare è l'impostazione degli esterni, ai quali viene chiesta di alzare ed abbassare la posizione a seconda della fasi di gioco. In fase offensiva si fa preferire il gallese Wayne Thomas, giocatore che si è costruito una discreta carriera proprio in Germania, brillando per l'apprezzabile duttilità tattica.
La sua alternativa è Norbert Brinkmann, una delle bandiera del club dove gioca da sempre, avente sì caratteristiche maggiormente difensive, ma in grado di garantire ottima copertura sulla corsia di riferimento.
Sul lato opposto agisce principalmente Franz Raschid, a tutti gli effetti un'ala sinistra, potendo contare su di un buona spunto e su discrete doti balistiche.
Nella rosa a disposizione troviamo anche due fratelli, Friedhelm e Wolfgang Funkel, simili fisicamente, ma diversi per caratteristiche tecnico-tattiche.



Il primo è un centrocampista offensivo dotato di fosforo e buone doti offensiva, ergendosi come una della principali variabili della squadra. Rientrato dopo una positiva esperienza al Kaiserslautern, a trent'anni è un centrocampista completo ed affidabile, il perfetto collegamento tra centrocampo ed attacco nella proposta tattica di Feldkamp.
Il secondo è un difensore come origine, ma sfrutta corsa e buoni rudimenti tattici per giostrare anche a centrocampo, dove viene impiegato come mediano alle spalle del fratello.
Nella stessa funzione, ma con un'attitudine offensiva altamente redditizia, troviamo Horst Feilzer in possesso di un tiro talmente potente da essere chiamato il Bombardiere di Osnabrück. Effettivamente con il piede destro è in grado di dar partite autentiche "bombe", difficilmente parabili per potenza, ma anche per precisione. Tale abilità si abbina al meglio alla notevole capacità di inserimento, con la quale sorprende le difese avversarie con tempismo e coraggio.


Dietmar Klinger è invece centrocampista più classico ed in grado di ben figurare in entrambe le fasi di gioco, ergendosi a diga ed al tempo stesso non disdegnando sortite offensive: per il tecnico rappresenta un altro prezioso jolly tattico.
La coppia offensiva è composta dall'attaccante islandese Lárus Guðmundsson dotato in gran fisico e deputato a svolgere un gran lavoro per lo più a favore del compagno di reparto e dei centrocampisti. L'ex centravanti del Vikingur, pur segnando complessivamente poco, è un'arma tattica fondamentale per tutta la squadra ed una variabile poco leggibile dagli avversari.
A beneficiare del suo lavoro è principalmente Wolfgang Schäfer, punta maggiormente prolifica in grado di far valere fisico e senso del gol. Molto generoso e bravo a svariare, interpreta il ruolo con buona duttilità, non limitando il suo operato al solo contesto dell'are di rigore.
Preziose alternative risultano Peter Loontiens e Helmut Gulich, per caratteristiche e talento perfettamente intercambiabili con i compagni precedentemente descritti.


Nella partita di esordio il Bayer maramaldeggia contro il VfB Oldenburg, segnando sei reti alle quali prendono parte entrambi i fratelli Funkel, Feilzer, van de Leo e Gulich con una doppietta finale.
Molto più arduo il secondo turno, dove il Fortuna Düsseldorf viene piegato al Grotenburg Stadion per 2-1, con i gol di Schäfer e Feilzer in apertura di ripresa a vanificare la rete di Manfred Bockenfeld, che rende il finale particolarmente sofferto.
Negli ottavi di finale l'avversario è sulla carta abbordabile, l'SC Geislingen, il quale si rivela ostico e scorbutico, reggendo sul proprio campo fino a tre minuti dalla fine: sono infatti un rigore di Herget ed un guizzo di Schäfer allo scadere a regolare la pratica ed a evitare i supplementari.
Si sale decisamente di livello nel turno successivo, con gli uomini di Feldkamp chiamati ad ospitare il Werder Brema di Otto Rehhagel. Questi ultimi passano in vantaggio con Uwe Reinders ad inizio partita, venendo raggiunti e poi superati nei primi minuti della ripresa da una punizione di Herget e da un gol di Guðmundsson.
A separare il Bayer dalla finale c'è l'ostacolo rappresentato dall'FC Saarbrücken. con il Ludwigsparkstadion che assiste ad una gara tirata, risolta nel secondo tempo da un protagonista inaspettato: al 74° minuto è un gol di Brinkmann, subentrato nel primo tempo all'infortunato Thomas, a regalare l'accesso alla finale di Berlino.


Il trentatreenne difensore non è propriamente abituato alle realizzazioni, come dimostrano le 10 reti segnate in 364 partite con il club.
La finale con il Bayern Monaco è senza dubbio la miglior partita giocata in stagione dal Bayer, con il 2-1 finale che premia meritatamente la squadra della Renania.


Il Bayern allenato da Udo Lattek si porta in vantaggio all'8° con un'azione personale di Dieter Honess, abile dopo un azione personale a battere Vollack con un preciso diagonale.
La reazione di Herget e compagni è veemente, tanto che solamente un minuto dopo Feilzer batte Raimond Aumann con un potente destro a seguito di un perfetto inserimento sul lato destro dell'area.
Il Bayer Uerdingen sembra più in palla e ad inizio secondo tempo, complice l'espulsione di Wolfgang Dremmler, inizia a prendere d'assalto la porta avversaria, con azioni veementi ed articolate.
Al 68° Schäfer , al quale poco prima era stato annullato un gol per un fuorigioco inesistente, si incunea in area e trova in modo sporco la rete che vale il definitivo 2-1.
Un gol storico per una vittoria storica, per un gruppo che per parte della stampa teutonica è composto da "onesti lavoratori", ma indubbiamente coesi in un formazione tatticamente e tecnicamente di assoluto valore.
L'anno successivo la stessa sarà protagonista di un eccellente cammino in Coppa delle Coppe, con la sfida con la Dinamo Dresda entrata di diritto nella storia del calcio.
Ma questa è un'altra storia....





Giovanni Fasani

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