E’ quindi risaputo che ogni numero uno che si rispetti disponga di
grande personalità per gestire la responsabilità e la pressione che tale ruolo
comporta.
Tale fondamentale qualità non deve mancare neanche ai secondi
portieri, vale a dire a quei giocatori che accettano di essere la riserva del
titolare, consapevoli di potersi mettere in mostra solamente quando
quest’ultimo non è disponibile o in competizioni ritenute secondarie.
A tal proposito il nome di Giulio Nuciari rappresenta una vera e
propria icona della categoria, dall’alto delle 333 panchine collezionate come
dodicesimo (record assoluto).
Tale primato non va visto come una mancanza di ambizione dello stesso,
ma come la conferma che siamo di fronte ad un personaggio per certi versi unico
del calcio italiano.
Ovviamente il portiere veneto non è stato sempre una riserva di lusso,
ma ha avuto la possibilità di formarsi e di giocare con continuità nelle
categoria minori, prima di approdare nella massima serie.
Per lui il termine vocazione appare davvero appropriata, dal momento
che anche lo zio Antonio era stato portiere di SPAL e Triestina negli anni’40 e
50.
Il giovane classe 1960 entra a far parte del settore giovanile della
Ternana ed una volta completata la consueta trafila viene mandato a Montecatini
per essere messo alla prova con il calcio professionistico.
Nuciari gioca una sola stagione con i biancocelesti in C2, mettendo in
mostra doti notevoli che gli valgono vari apprezzamenti ed il ritorno a Terni
nell’estate del 1980.
Dal punto di vista atletico dispone di un’agilità felina, che mette in
mostra con parate ed uscite acrobatiche quanto efficaci.
Tecnicamente è un portiere completo, in grado di disimpegnarsi al
meglio in ogni fondamentale, trasmettendo sotto tale profilo grande sicurezza a
tutta la squadra.
Da tale importante qualità deriva suo vero valore aggiunto: mostra
sempre grande calma e tranquillità sia in campo che fuori, ponendosi come uno
stimato punto di riferimento per ogni compagno.
Mai una parola fuori posto o urla da parte sua, ma solo consigli,
incoraggiamenti e la capacità di mettere a proprio agio i compagni.
E’ proprio questa suo atteggiamento positivo e pacato ad attirare
l’interesse del Milan, intenzionato a trovare una valida alternativa a Ottorino
Piotti prima ed a Giuliano Terraneo in seguito.
Sono anni difficili per la squadra rossonera, appena retrocessa in
serie B in una delle fasi più travagliate e negative della sua storia, segnata
dagli strascichi del calcio scommesse e da una gestione societaria precaria.
Nel 1986 Silvio Berlusconi acquista il Milan dalla famiglia Farina ,
dando inizio ad un profondo rinnovamento per quanto riguarda le scelte e gli
obiettivi societari.
Nuciari viene confermato quale secondo portiere, con il nuovo acquisto
Giovanni Galli quale titolare alla luce delle ottime stagioni disputate con la
maglia della Fiorentina.
La sua è una "concorrenza positiva", non volta a rubare il
posto al compagno, ma a farlo sentire sicuro, sapendo di avere di fianco un
punto di riferimento costante e disponibile.
La stagione 1986/1987 è una stagione ancora tribolata per l’undici
rossonero, caratterizzata dall’avvicendamento in panchina tra Nils Liedholm ed
un giovane Fabio Capello.
Il tecnico di Pieris conduce la squadra fino al quinto posto al pari
con la Sampdoria, rendendo necessario uno spareggio per determinare l’ultima
qualificata alla Coppa Uefa.
Causa l’infortunio di Galli tocca a Nuciari dare un sostanzioso contributo
per mantenere inviolata la porta, in un match terminato 1-0 grazie ad un guizzo
di Daniele Massaro nei supplementari.
La stagione successiva vede il Milan vincere lo scudetto sotto la
guida di Arrigo Sacchi, al termine di un appassionante testa a testa con il
Napoli del fenomenale Diego Armando Maradona.
Nuciari assiste a tale successo come spettatore, non avendo
possibilità di scendere in campo durante
il campionato, ma mettendosi come sempre a disposizione come “leader
silenzioso” di uno spogliatoio molto unito.
Nonostante l’importanza del suo ruolo e la fiducia nei suoi mezzi,
nella stessa estate termina il suo rapporto con i rossoneri, ma incomincia un
nuovo vincente rapporto con la Sampdoria.
Nuciari viene scelto per fare “da chioccia” a quello che viene
ritenuto il talento più puro tra i giovani portieri italiani, il bolognese
Gianluca Pagliuca.
Ovviamente le occasioni per scendere in campo sono davvero limitate,
ma tra i due nasce un ottimo rapporto di collaborazione, indispensabile per
l’esponenziale crescita futura del giovane campione.
Sono anni di successi per la squadra blucerchiata, culminati con lo
scudetto della stagione 1990/1991, giusto premio per una straordinaria
generazione di talenti.
A tale successo contribuisce anche Nuciari, sceso in campo contro
Lecce e Lazio causa squalifica di Pagliuca: casualmente nelle suddette partite
arrivano un sconfitta ed un pareggio, non imputabili comunque alle prestazioni
del sempre attento estremo difensore.
Quest’ultimo assiste dalla panchina alla storica vittoria in Coppa
delle Coppe del 1990 ed alla sfortunata finale di Coppa dei Campioni a Wembley
due anni dopo, dove una Samp sprecona
perde immeritatamente contro il Barcellona allenato da Johan Cruijff.
Le occasioni per mettersi in mostra sono sempre meno, tanto che, fino
al 1995, collezionerà solamente 5 presenze in campionato.
Una di queste merita però di essere raccontata: il 16 maggio 1993 la
Sampdoria è impegnata a Foggia e tra i pali gioca Nuciari, il quale inizia nei
peggiori dei modi, svirgolando malamente al 2° minuto un innocuo
retropassaggio tramutato da
Kolyvanov nel più facile dei gol.
Tale episodio diventa uno dei tormentoni della trasmissione Mai Dire
Gol, ma in realtà coincide con una grandissima prestazione del baffuto
portiere, che da quel momento sventa almeno 4 nitide occasioni per la squadra
pugliese.
Ancora una volta emergono la sua forza mentale e quella tranquillità
che gli permetteranno nel 1995 di intraprendere la carriera di preparatore dei
portieri, collaborando con allenatori quali Fabio Capello, Roberto Mancini e
Sinisa Mihajlovic.
Negli anni ha la possibilità di plasmare alcuni tra i più grandi
portieri in circolazione, trasmettendo a tutti importanti nozioni tecniche, ma,
soprattutto, grande tranquillità e piena sicurezza nei propri mezzi.
Speciali qualità che lo rendono un’autentica leggenda quando si parla
di secondi portieri, al di là del record di panchine come dodicesimo.
Dove ha giocato non ha mai fatto mancare una buona parola o una
bonaria pacca sulla spalla, diventando inevitabilmente una colonna per quelle
squadre che l'hanno scelto come portiere di riserva.
Giulio Nuciari è stato davvero molto più di questo.....
Giovanni
Fasani
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