lunedì 30 giugno 2014

L'ALTRO MONDIALE

Durante la finale di Yokohama del mondiale nippo-coreano del 2002 tutta l’attenzione del mondo era focalizzata, ovviamente, sulla sfida tra Brasile-Germania, partita che ha regalato ai verdeoro il 5° titolo mondiale.
Nello stesso giorno, il 30 giugno, si giocava a Timphu una curiosa partita tra il Bhutan padrone di casa e Montserrat, piccola isola dei Caraibi. Il finale è un 4-0 per i padroni di casa ma il tutto si svolge in un clima sereno ed amichevole.
Ma perché citare questa partita giocata in concomitanza con uno dei più importanti eventi a livello mondiale?
Perché se da una parte Brasile e Germania rappresentavano in quel momento l’elite, Bhutan e Montserrat occupavano rispettivamente il penultimo ed ultimo posto del ranking FIFA; quella partita su ribattezzata “The other final”, proprio per contrapporre lo strapotere mondiale ad un calcio sicuramente meno conosciuto e poco considerato.
12 anni dopo si verifica un evento simile ma su scala più larga.
Mentre tutti i riflettori sono puntati sul mondiale brasiliano, da un’altra parte si è giocata la 1° edizione del mondiale ConIFA, ossia la Confederation of Independent Football Association, associazione che raggruppa tutti quei territori non riconosciuti e che le cui squadre non sono quindi associate alla FIFA o ad altri enti riconosciuti (un esempio può essere la UEFA per l’Europa o la CONMEBOL per il Sudamerica).
 
 
Il torneo si è svolto dall’1 all’8 giugno nella città svedese di Ostersund (lo stadio è la Jamtkraft Arena) e ha visto ai nastri di partenza 12 squadre divise in 4 gironi da 3 ciascuno.
La formula prevede che accedano ai quarti di finale le prime due classificate di ogni girone per disputare le classiche gare ad eliminazione diretta.
Si stabilisce, inoltre, che le squadre arrivate terze nei gironi si scontrino tra di loro per decidere le posizioni dalla 9 alla 12.
Ma andiamo con ordine e conosciamo i gironi e le squadre che ne fanno parte.
 
 
GRUPPO A

Arameans Suryoye: a discapito del nome che potrebbe ricordare la regione amena, questo territorio fa parte della regione compresa tra Siria e Turchia. Tuttavia, nella sua rosa, la maggior parte dei giocatori milita nelle serie minori svedesi. (FOTO)
 
Kurdistan iracheno: già il nome parla chiaro, si tratta della zona compresa tra Iran ed Iraq ma nella quale militano tutti giocatori kurdi-iracheni, la squadra irachena dell’Erbil è quella che manda più giocatori a disputare il torneo.
 
Tamil Elam: popolo dello Sri Lanka, spesso al centro delle cronache per i ripetuti soprusi a livello sociale, i giocatori militano in 3 nazioni diverse: Svizzera, Gran Bretagna e Canada, in quest’ultimo esiste anche la squadra del Canadian Tamil Soccer Association.
 
Il girone viene dominato da Arameans che nella prima partita ha la meglio 2-1 sul Kurdistan iracheno, una vittoria molto sofferta ed arrivata negli ultimi 12 minuti dopo il vantaggio dei kurdi per opera di Younis Shakour. Musa Karli e Mattias Candemir girano a favore dei biancorossi il punteggio finale.
Nella seconda gara scende in campo anche il popolo Tamil che viene sconfitto 2-0 ancora da Arameans, i gol sono messi a segno da Marco Aydin e Musa Karli, attaccante tedesco in forza all’Oldenburg.
La terza partita, quella che decide il secondo posto, viene giocata tra il Tamil ed il Kurdistan iracheno con questi ultimi che possono accontentarsi del pareggio in virtù della miglior differenza reti; ma questa volta la difesa Tamil fa acqua dovunque ed incassa 9 gol e dove si segnala la tripletta di Farhan Shakor, attaccante 19enne del Sulaymaniyah, squadra della serie cadetta irachena.
 
 
GRUPPO B
 
Abkhazia: piccola lingua di territorio compreso tra l'Armenia e la Georgia nel Caucaso orientale. I componenti della rosa militano in varie serie europee.
 
Lapponia: parte della penisola scandinava, precisamente nel centro nord di Svezia, Norvegia e Finlandia con punte anche in Russia. E' un pò il paese organizzatore se vogliamo, essendo Ostersund a ridosso del territorio chiamato anche Sami. La Norvegia è la nazione che ospita più calciatori.
 
Occitania: territorio del sud della Francia a ridosso della Spagna. Tutti i calciatori militano nelle serie minori francesi, quasi tutti amatoriali.
 
Nella gara inaugurale pareggiano 1-1 Occitania ed Abkhazia con i secondi che trovano il pareggio al minuto 83 grazie ad un autogol di Gerome Hernandez.
Nella seconda gara scende in campo la Lapponia che viene però sconfitta dall'Abkhazia 2-1 e con un'altra sconfitta di misura (1-0), i padroni di casa soccombono anche all'Occitania.
Abkhazia prima per differenza reti ed Occitania al turno successivo.
 
 
 
GRUPPO C
 
Darfur: regione dell'ovest del Sudan, spesso al centro di soprusi politico-sociali e di genocidi. Enormi gli sforzi per arrivare a giocare ad Ostersund.
 
Ossetia del Sud: altro territorio difficile dal punto di vista umano, regione caucasica compresa tra Georgia e Russia. I giocatori sono sparsi per l'Europa, con maggiore propensione per le serie minori russe.
 
Padania: territorio fondamentalmente inesistente ma che s snoda nel nord dell'Italia. In rosa è presente anche Enoch Barwuah, fratello di Mario Balotelli.
 
Il girone vede il povero Darfur soccombere ad una pioggia di gol, ne pende 20 dalla Padania e 19 dall'Ossetia di cui 8 messi a segno da Artur Elbaev, attaccante del Biolog (squadra russa di seconda divisione, la nostra Lega Pro).
Nello "spareggio" per il primo posto la Padania si impone 3-1 conquistando la testa del girone.
 
 
 
GRUPPO D
 
Contea di Nizza: piccolo territorio circondante l'omonima città, siamo in Costa Azzurra ed i giocatori della rosa militano tutti nelle serie minori francesi ma comunque facenti parte della famosa Costa, alcuni sono professionisti altri no.
 
Isola di Man: l'isola è famosa per il gran premio motociclistico che si tiene ogni anno, ma ha comunque una propria squadra di calcio. Siamo nel nord dell'Inghilterra e tutti i giocatori giocano nel locale campionato ad eccezione di 3 che militano in 3 università statunitensi.
 
Nagorno Karabakh: da sempre territorio di contesa tra Azerbaigian ed Armenia. I giocatori fanno parte di squadre militanti in campionati della zona.

Al pari del Gruppo B anche questo girone è equilibrato; le prime due partite vengono vinte dall'Isola di Man che dapprima liquida il Nagorno 3-2 dopo essere stata sotto di 2 gol e nella successiva partita si sbarazza della Contea di Nizza 4-2, dove si segnala la tripletta di Calum Morrissey (FOTO), attaccante del St. Georges.
Nel terzo match è la Contea di Nizza ad avere la meglio sul Nagorno per 1-0 grazie alla rete di Olivier Sborgni, centrocampista del Gravelines.
 
 
Negli spareggi per decidere le ultime posizioni ha la meglio proprio il Nagorno Karabakh che vince le due partite in programma, 12-0 al Darfur e 5-1 alla Lapponia, conquistando quindi il 9° posto.
Decima piazza per i padroni di casa e nella finale per non arrivare ultimi il Tamil batte 10-0 il povero Darfur che chiude il torneo con 0 gol fatti e 61 subiti.
 
Nel primo quarto di finale la favorita Padania vede sfuggire di mano l'accesso alle semifinali per opera della Contea di Nizza che ha la meglio al minuto 85 grazie alla rete di Malik Tchokounte.
Si qualificano anche l'Ossetia del Sud che batte ai calci di rigore l'Abkhazia, stessa sorte per Aramean Suryoye che batte l'Occitania dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari. Ed infine anche l'Isola di Man vince dopo la lotteria dal dischetto battendo il Kurdistan Iracheno.
Prima delle semifinali vengono decise le posizioni dal 5° all'8° posto, vince la Padania che nella finalina batte il Kurdistan iracheno dopo i tiri dagli 11 metri.
7° posto per l'Occitania che batte l'Abkhazia grazie ad un gol di Gerome Hernandez che si prende anche la sua personale rivincita.
Le semifinali sono meno combattute del previsto. Nella prima gara la Contea di Nizza batte 3-0 l'Ossetia del Sud, protagonista ancora Tchokounte, attaccante del Dunkerque.
L'altra semifinale vede trionfare l'isola di Man 4-1 contro Arameans Suryoye che era passata in vantaggio dopo 9 minuti, salvo squagliarsi verso la metà del secondo tempo.
L'8 giugno è il giorno della finale, o meglio, delle finali, visto che il programma prevede anche il 3°/4° posto dove, dopo 90 minuti, l'Arameans Suryoye chiude in bellezza il proprio torneo vincendo 4-1 contro l'Ossetia del Sud; protagonista George Kacho con una tripletta.
La finale è di certo più tirata, al termine del tempo regolamentare è 0-0 tra Contea di Nizza e Isola di Man. Saranno quindi necessari ancora una volta i tiri dal dischetto.
La Contea di Nizza fa 5 su 5 mentre l'errore di Chris Bass condanna la selezione in maglia rossa.
 
 
Questo è dunque il primo mondiale ufficiale per i territori non affiliati alla FIFA, una piccola vetrina per quei giocatori che non trovano (e forse mai troveranno) spazio nelle più famose nazionali.
Ma più di tutto, questo torneo ha voluto far conoscere al mondo o a chi ne ha avuto la fortuna di seguirlo, l'esistenza di alcuni territori spesso conosciuti per fatti che esulano dal calcio.
E mi piace inoltre segnalare le altre associazioni affiliate alla ConIFA che non hanno partecipato a questo mondiale:
 
Europa: Cilento, Cipro del Nord, Heligoland, Principato di Monaco, Rom
Africa: Isole Chagos
Centro-Nord America: Cascadia, Québec
 
 
 
Matteo Maggio

mercoledì 25 giugno 2014

I PRIMI TULIPANI

L'Olanda è sicuramente uno dei punti di riferimento del calcio europeo, vuoi per i campioni espressi o per la qualità di gioco che siamo soliti associare a questa nazione.
Tutti abbiamo negli occhi le imprese dell'Ajax negli anni '70 che hanno messo all'evidenza di tutti di come nei Paesi Bassi si tentasse si dare un'impostazione diversa di questo sport, creando quello che è diventato con  il tempo il celeberrimo "calcio totale".
In quel periodo la squadra della capitale è riuscita a vincere 3 Coppe dei Campioni consecutive ed ha rappresentato l'ossatura principale della nazionale olandese, capace di arrivare per ben due volte in finale del campionato del mondo.
Le imprese di Cruijff e compagni hanno permesso agli appassionati di tutta Europa di conoscere il movimento calcistico olandese e di apprezzarne dettami, classe ed efficacia.
Tuttavia non è stata la squadra dei lancieri ad imporsi per prima nel continente; infatti tale  merito va assegnato al Feyenoord, che nella stagione 1969/1970 si impone come prima squadra olandese a vincere la Coppa dei Campioni.
La squadra allenata dall'austriaco Ernst Happel riporta il titolo a Rotterdam e nell'annata successiva è pronta a tuffarsi nella massima competizione continentale, potendo contare su di un gruppo compatto in grado di mettere sul campo una nuova ideologia di gioco.


L'impostazione che il tecnico vuole dare pare un 4-3-3, dove gli interpreti sono chiamati ad un duro lavoro di copertura, trasformando un modulo in apparenza spregiudicato in un assetto camaleontico ed equilibrato.
Tutto è ovviamente sorretto da un preciso possesso palla, sviluppato attraverso doti tecniche di buon livello e ad una preparazione fisica curata nei minimi dettagli.
Una volta recuperata palla, l'azione si sviluppa in modo velocissimo, con la manovra che trova sfogo partendo dal centro verso gli esterni e chiamando in causa direttamente l'attaccante centrale.
Analizzando i singoli giocatori ci si rende conto che non siamo di fronte a nomi altisonanti, ma solo perchè il e i più famosi protagonisti degli anni successivi hanno offuscato il valore della rosa del Feyenoord targata 1969/1970.
Tra i pali troviamo Eddy Treytel, giovane estremo difensore dagli ottimi fondamentali ed in assoluto un punto di forza della squadra.
La difesa vede i quattro interpreti disporsi in linea, con due esterni tignosi ed in grado di garantire fisicità sulle rispettive corsie. Sulla destra si disimpegna Piet Romejin, mentre sulla sinistra agisce Theo van Duivenbode, appena arrivato dai rivali dell'Ajax.
La coppia centrale verte su Theo Laseroms, marcatore di grande potenza ed affidabilità, ripescato due anni prima negli Stati Uniti dopo positive esperienze nel NAC Breda e nello Sparta Rotterdam.
Accanto a lui uno dei cardini della squadra, Rinus Israel, autentico leader del reparto arrettrato ed ovviamente capitano della compagine olandese.


Dotato inoltre di grande classe, non disdegna anche proficue sortite offensive ed è un punto fermo anche per la nazionale.
Oltre ai già citati difensori centrali, il tecnico si fida molto dell'esperienza di Guus Haak, solido baluardo difensivo da tempo presente in rosa.
La fascia mediana è composta prevalentemente da tre importanti mediani, che creano un'ossatura fondamentale e di altissimo livello.
Elemento fondamentale è l'austriaco Franz Hasil, centrocampista esperto e molto dotato dal punto di vista tattico. Appena arrivato dallo Schalke 04, intepreta il ruolo con ottima duttilità, ma anche con classe e tecnica di primo livello.
A garantire ulteriore dinamismo ci pensa Wim Jansen, infaticabile motorino del controcampo, molto apprezzato anche dallo staff tecnico della selezione olandese. Si dimostra giocatore di grande temperamento ed è un utilissimo "tuttofare" del centrocampo.
I due giocatori appena citati sembrano mettersi al servizio di quello che è il vero perno della squadra, Willem Van Hanegem, giocatore di grandissima classe e dal sinistro raffinato.


La sua grande visione di gioco gli consente di servire i compagni con grande precisione, anche con giocate di grandissimo livello tecnico. Con grande facilità riesce a portare palla a testa alta e a lanciare le punte con millimetrici lanci in profondità.
Inoltre è in possesso di un tiro potente ed efficace, che lo rende estremamente temibile nelle conclusioni dalla distanza.Tali doti unite alla sua indole di combattente lo rendono un giocatore completissimo e "moderno", tenuto conto dell'epoca nella quale gioca. 
Il reparto offensivo, composto solitamente da un trio di attaccanti, può essere descritto sulla base delle caratteristiche di quattro protagonisti.
Happel punta a schierare un tridente con due punte esterne più una classica punta centrale di riferimento.
Per i primi due ruoli non rinuncia mai alla prestazioni di Henk Wery e Coen Moulijn, perfettamente idonei ai movimenti offensivi voluti dal tecnico. Wery ha caratteristiche più da punta, ma la sua rapidità lo rende ottimo anche come esterno alto di destra, dove è abile a tagliare verso il centro dell'area, così come a svariare per aprire importanti spazi.
Moulijn è la classica ala sinistra, dotata di passo rapido e sinistro preciso. In squadra dal 1955 è il classico giocatore che riesce con una giocata a creare superiorità numerica in qualsiasi momento della partita.
Al centro dell'attacco troviamo uno dei più forti attaccanti del periodo, lo svedese Ove Kindvall, giocatore dal grande fiuto del gol e vincitore delle ultime due classifiche marcatori in Olanda. 


La sua prestanza fisica unita ad una tecnica sopraffina lo rendo letale nei movimenti nell’area di rigore, così come al di fuori di essa, dove si muove con facilità e sorprendente mobilità.
La sua interpretazione del ruolo è per certi versi all'avanguardia e pioneristica rispetto ai grandi centravanti che verranno dopo.
Un ruolo importante se lo ritaglia Ruud Geels, prolifico attaccante dal 1966 al Feyenoord. Nonostante possa essere identificato come riserva di Kindvall, trova sempre più spazio in squadra, anche a partita in corso, dimostrandosi abile in acrobazia e freddo davanti allo specchio della porta.
L’esordio avviene a partire dai sedicesimi di finale contro la squadra islandese del KR Reykjavik, squadra sulla carta abbordabile.
Ed in effetti la partita d’andata in Islanda assume i connotati della goleada, terminando 2-12, risultato che rappresenta ancora oggi il record per gol segnati in un’unica partita di Coppa dei Campioni.
Per la squadra di Happel si scatenano Geels con quattro reti, Kindvall con una tripletta e Van Hanegem con una doppietta. Completano il tabellino le ulteriori marcature di Romeijn, van Duivenbode e Wery.
Nel match di ritorno giocato a Rotterdam la squadra olandese si “limita” ad un 4-0, dove gli scatenati Kindvall e Geels realizzano una doppietta. Per l’occasione le due punte hanno l’opportunità di giocare insieme dal primo minuto, risultando devastanti per la difesa islandese.
Gli ottavi di finale sono di tutt’altro livello, mettendo il Milan campione in carica sul cammino del Feyenoord.
La prima partita si gioca a San Siro e vede la squadra italiana vincere per 1-0 con un gol di Nestor Combin.
Due settimane dopo la squadra olandese riesce nell’impresa di ribaltare il risultato imponendosi per 2-0. Già al 6° minuto Jansen mette in equilibrio le sorti della qualificazione con un incredibile tiro dalla destra.  La rete che vale il passaggio del turno la segna Van Hanegem all’82° con un preciso colpo di testa.


Ad attendere gli olandesi nel turno successivo ci sono i tedeschi del Vorwarts Berlino, che negli ottavi ha eliminato la temibile Stella Rossa.
La sfida a Berlino mette a dura prova la retroguardia guidata da Israel e termina 1-0 per il Vorwarts, grazie al gol di Piepenburg. Gli ultimi 20 minuti sono un assedio della squadra di casa, anche a causa dell'espulsione di Romeijn.
Ancora una volta le speranze di qualificazione vengono affidate al calore del Feijenoord Stadion ed anche in questo caso i circa 50000 spettatori assistono ad una storica rimonta.
Ove Kindvall realizza l’1-0 ad inizio secondo tempo, appena prima della seconda rete firmata da Wery al 69° minuto.


Per il Feyenoord si aprono le porte della semifinale, da giocare contro i sorprendenti polacchi del Legia Varsavia. La squadra della capitale polacca ha eliminato Saint Etienne e Galatasaray nei turni precedenti ed ha messo in mostra un attaccante dal gol facile come Lucian Brychczy.
Anche in questo caso la squadra olandese gioca l’andata in trasferta ed ottiene un ottimo 0-0 in vista del secondo e decisivo march.
Così come per le precedenti occasioni, Happel prepara al meglio la partita, partendo con grande veemenza all’assalto della porta polacca. Tale atteggiamento permette a van Hanegem di segnare subito al 3° minuto; ancora una volta il forte centrocampista segna con un bel colpo di testa. Hasil raddopia al 30°minuto con un gran destro di controbalzo, permettendo alla squadra di gestire il risultato nel secondo tempo e di approdare alla finale di Milano.
L'avversario che contende la coppa al Feyenoord è il Celtic, vincitore della manifestazione nel 1967 ed approdata alla finale dopo autentiche battaglie contro Benfica e Leeds.
Proprio alla vigilia della partita il tecnico deve fare a meno del portiere Treytel, autentico protagonista fino a quel momento della stagione. La maglia di titolare va quindi a Graafland, portiere esperto, ma da più di un anno non schierato in partite ufficiali.
Sotto la direzione dell'arbitro italiano Lo Bello, la sfida ha luogo il 6 maggio a Milano. Proprio il direttore di gara è involontario protagonista del primo gol della sfida: dopo aver fischiato una punizione a favore del Celtic, si posiziona in area olandese ed offusca la visuale del portiere Graafland, permettendo allo scozzese Gemmell di scagliare in rete un tiro forte, ma centrale.
Due minuti più tardi il capitano Israel pareggia i conti con un colpo di testa a seguito di una delle sue folate offensive.
Nonostante il Feyonoord si faccia preferire nel corso della partita, quest'ultima non si sblocca e sono necessari i supplementari. Al 117° ci pensa il solito Kindvall a trovare il guizzo decisivo che fissa il risultato sul 2-1 e consegna la coppa alla squadra di Rotterdam.

Una simile affermazione è indubbiamente merito dell'amalgama che Happel ha creato tra i suoi ragazzi, inculcando loro nozioni tattiche innovative e un indomito spirito battagliero.
Durante tutta la Coppa dei Campioni, Israel e compagni hanno interpretato al meglio le situazioni di gioco, sapendo soffrire quando era il momento, così come entusiasmare con la qualità e la rapidità delle proprie soluzioni offensive.
Tale gruppo è formato da giocatori che possono considerarsi tra i migliori delle annate considerate, eccellendo nei singoli ruoli a livello europeo. 
Se l'Ajax è il riferimento per il calcio totale, il Feyenoord ha sicuramente gettato le basi per la "rivoluzione" olandese del calcio, giocando un grande calcio e facendo conoscere campioni meritevoli di maggior attenzione e riconoscimento.



Giovanni Fasani

venerdì 20 giugno 2014

EL LOCO DE LOS GOLES OLIMPICOS

Le grandi imprese del calcio sono scolpite nella memoria di ognuno di noi, in caso non ci ricordassimo sono presenti almanacchi, vecchie riviste ed ovviamente il caro web che ormai fa parte della nostra vita quotidiana e che consultiamo più volte nell'arco di una giornata. Insomma, ogni nostra curiosità o dubbio può essere risolta nell'arco di pochi istanti.
Ci sono però delle imprese che è raro trovare sul web, figuriamoci sugli almanacchi, in special modo se l'impresa in questione non arriva dal nostro paese o da un giocatore o squadra conosciuti a livello mondiale.
Il calcio potrebbe raccontare milioni di episodi che nessuno ancora conosce, noi oggi proviamo a raccontarvene uno. Non si tratta di un trionfo, non si tratta di un gol decisivo, non si tratta di una rimonta.
Ciò che fece l'attaccante Anibal Francisco Cibeyra nel 1978 ha davvero l'aspetto di un'impresa difficile da ripetere, ai limiti dell'impossibile.


Prima di raccontare il particolare episodio è doveroso un accenno alla carriera calcistica di Cibeyra.
Nasce nel 1949 a Buenos Aires ed a 18 anni entra a far parte della rosa del River Plate. La dirigenza biancorossa non vede però in lui un grande futuro e 2 anni dopo viene venduto ai messicani del Chivas Guadalajara con cui giocherà fino al 1972, vincendo, nel 1970, campionato, coppa e supercoppa messicana. Viene poi ceduto prima allo Junior Barranquilla per una stagione e poi all'Atlanta, dove, nel 1977, viene prelevato dal Boca Juniors. Gli argentini vincono la Libertadores ma Cibeyra scende in campo col contagocce e così l'anno successivo viene venduto agli ecuadoregni dell'Emelec.
Per uno che ha vestito le maglie di River Plate e Boca Juniors (anche se per poco) sa cosa vuol dire giocare un clasico, sicuramente quello di Buenos Aires è uno dei più sentiti ma non fa eccezione il clasico del astillero, ossia il classico dei cantieri navali, quello che da 70 anni si gioca a Guayaquil (Ecuador) tra il già citato Emelec ed il Barcelona.
Inutile dilungarsi sulla rivalità, qua dobbiamo parlare di una vera e propria impresa.
Sfido chiunque a conoscere qualcuno che abbia segnato in 3 derby consecutivi 3 gol direttamene da calcio d'angolo; ebbene, oggi, fate la conoscenza di colui che ci è riuscito, Cibeyra.
L'attaccante argentino ha avuto il privilegio di realizzare tale impresa il 9 luglio, il 17 settembre ed il 19 novembre del 1978; il primo ed il terzo (nella foto) vinti in casa rispettivamente 2-1 e 1-0, quello di mezzo perso in trasferta 2-1.


Il primo dei tre viene dal lato sinistro, angolo conquistato a seguito di un'azione conclusa con un tiro non trattenuto dal portiere avversario.
Cross di destro, un filo di vento fa prendere una strana traiettoria ed il pallone si insacca alle spalle di Rodríguez.
Due mesi dopo ci si trasferisce al Banco Pichincha, casa del Barcelona. dove nelle medesime circostanze del precedente, il pallone viene calciato sul primo palo, altro filo di vento e la palla si insacca nuovamente, questa volta alle spalle di Aguirre, Carbogniani e Mideros nulla possono e Cibeyra entra già nella storia.
Quando il 19 novembre al George Capwell, stadio dell'Emelec viene battuto un calcio d'angolo a favore dei padroni di casa e sulla bandierina va a calciare Cibeyra, dev'essere per forza passato un brivido lungo la schiena dei tifosi gialloneri.
Questa volta Anibal calcia sul secondo palo, non c'è vento ma né Rodríguez, né il difensore Oyola riescono a fermare il pallone che si insacca tra palo e rete.
Il Capwell è in festa, gol incredibile, è il terzo consecutivo di questa fattura. Un'impresa che rimarrà negli annali del calcio ecuadoregno e non solo.
A ragion veduta, Cibeyra si guadagna il soprannome di el loco de los goles olimpicos o più semplicemente olimpico, per quella che è stata ed è tutt'oggi, una delle più grosse imprese mai riuscita nella storia del calcio.
Cibeyra è un'icona dell'Emelec, uno dei giocatori più amati dai los electricos, a dimostrazione che non è necessario vincere tanto per entrare nei cuori di una tifoseria.
Fonti non ufficiali accreditano la sparizione del video dei 3 gol ad un'emittente ecuadoregna molto vicina al Barcelona, l'unica cosa che resta è questo video realizzato alla Playstation che rende omaggio al gol di quel 19 novembre 1978.

               




Matteo Maggio


martedì 17 giugno 2014

HELMUTH DUCKADAM

Per quanto una carriera calcistica possa essere lunga, ci sono calciatori che hanno imposto il loro nome nelle nostra memoria giocando solo pochi anni o diventando protagonisti assoluti solo per una notte.
In alcuni di questi casi si può parlare del così detto "fuoco di paglia", ovvero di giocatori che non sono riusciti a confermare quanto di buono hanno espresso in un arco temporale complessivamente breve.
Tuttavia in altri frangenti è stata solo la sfortuna a non permettere a fortissimi atleti di diventare celebrati fuoriclasse, dovendo interrompere l'attività per avverse od incresciose avversità.
Nella seconda metà degli anni' 80 in Europa si mette in mostra un portiere dal potenziale enorme, che nel 1986 diventa, senza dubbio, il giocatore europeo più famoso e celebrato del periodo.
Quel che ha fatto Helmuth Duckadam nella sua breve apparizione nel mondo del calcio è davvero unico, così come unico è stato l'avverso destino che l'ha privato di una gloria molto più duratura.


Nasce in Romania nel 1959 e dopo l'esordio nell'UTA Arad arriva nel 1982 la grande opportunità di difendere i pali di una delle squadra rumene più forti e conosciute, la Steaua Bucarest.
Dopo un paio di stagioni senza vittorie lega il suo nome alla doppia vittoria della stagione 1984/1985, dove la squadra vince sia il campionato che la coppa nazionale.
Duckadam è un portiere eccezzionale, dai riflessi felini e dalla grande esplosività. Risulta dotato di un fisico slanciato che gli permette di distendere a terra con grande velocità i suoi 190 centimetri.
I tifosi restano più volte sorpresi da alcuni suoi incredibili salvataggi, con i quali toglie letteralmente dallo specchio palloni che sembravano già destinati al gol. Grazie a tali acrobatiche prodezze viene etichettato dagli stessi come una sorta di supereroe.
Doti che non riesce ancora a mettere in mostra in campo europeo, in quanto la squadra della capitale non sembra ancora competitiva a tale livello.
Nonostante ciò il il suo estremo difensore si fa apprezzare in una partita contro una squadra italiana, la Roma, affrontata nei sedicesimi della Coppa delle Coppe 1984/1985. La squadra italiana ottiene la qualificazione nel doppio incontro, ma Duckadam pare un rigore ad Ubaldo Righetti nel match di ritorno. 


La stagione per ottenere la gloria contentientale è quella targata 1985/1986, dove la Steaua ha la possibilità di disputare la Coppa dei Campioni.
La squadra allenata da Jenei ha raggiunto un ottimo livello e può contare in campo sulle prestazioni di giocatori del calibro di Gavril Balint, Victor Piturca, Miodrag Belodedici, Stefan Iovan e molti altri, Sembra di vedere una buona parte dell'emergente nazionale rumena in una squadra di club.
Trascinata da Duckadam e compagni, la formazione rumena arriva in semifinale, dove elimina il forte Anderlecht, vincendo il ritorno per 3-0 dopo la sconfitta dell'andata.
La conseguente finale si gioca a Siviglia e l'avversario è il Barcellona di Terry Venables, compagine additata come favorita ed anch'essa approdata in finale dopo un clamorosa rimonta dopo il 3-0 subito in casa del Goteborg.
Per tutto l'incontro regna un sostanziale equilibrio ed anche dopo i tempi supplementari non si sblocca lo 0-0.
Sono quindi necessari i calci di rigore ed è in questo frangente che sale in cattedra Helmuth Duckadam: il portiere rumeno para tutti e 4 i rigori calciati dai giocatori blaugrana, respingendo o bloccando nell'ordine le conclusioni di Alexanco, Pedraza, Pichi Alonso e Marcos Alonso Pena.
Per la squadra di Bucarest sono sufficienti le realizzazioni di Lacatus e Balint per vincere l'incotro e laurearsi campioni d'Europa, ottenendo il massimo risultato nella storia del club fino ad oggi.


Duckadam diventa il vero simbolo di tale trionfo, ed in patria viene insignito del titolo di giocatore rumeno dell'anno.
Fuori dai confini rumeni i più grandi club si interessano a lui e tentano sondaggi con la Steaua per rilevarne il cartellino, nonostante ai tempi ci fossero enormi difficoltà burocratiche nel tesserare giocatori dell'Est Europa.
Ma proprio quando la vita professionale del celebre portiere sembra essere al suo apice, avviene un avvenimento inaspettato ed ancora oggi non pienamente chiarito.
Quello che risulta evidente è che dopo la vittora della Coppa dei Campioni, Duckadam smette di giocare, ufficialmente a causa di un aneurisma al braccio sinistro, che ha reso impossibile il suo impiego in campo.
Altre voci danno la colpa di tutto ciò ad un screzio da lui avuto con l'allora governo rumeno: pare che alcuni tifosi del Real Madrid per ringraziarlo per aver battuto il Barcellona gli abbiano regalato una costosa autovettura, da lui non consegnata alle autorità rumene come voluto dalla famiglia Ceausescu. Proprio il figlio dell'allora dittatore si sarebbe legato al dito tale affronto, mandando i suoi uomini della Securitate a rompere le mani a Duckadam.
Quest'ultimo ha sempre negato tale episodio, confermando che le condizioni del suoi arti fossero ormai compromesse per i suddetti problemi fisici.
Non può quindi partecipare alla vittoriosa finale di Supercoppa Europea contro la Dinamo Kiev, così come alla meno fortunata Coppa Intercontinentale, dove il River Plate si impone per 1-0.
In un clima di grande confusione e con inevitabili pressioni politiche, viene abbandonato dalla squadra, che non gli rinnova il contratto e non riesce a trovargli un ruolo dirigenziale.
Nel 1989 tenta comunque un rientro in campo, accettando l'offerta del Vagonul Arad, squadra rumena oggi non più esistente e della quale fa parte anche come dirigente.
Con la squadra di Arad gioca una prima partita in Coppa di Romania, dove si mette in mostra nuovamente per la sua grande specialità: il match viene vinto dal Vagonul e Duckadam para 2 rigori durante i 90 minuti.
Quest'ultima avventura dura fino al 1991, quando i dolori mai passati alle articolazioni lo inducono a smettere definitivamente con il calcio giocato.
Attualmente Helmuth Duckadam ricopre la carica di presidente della Steaua Bucarest, nonostante qulache passato dissapore legato al suo infortunio.
Non è ovviamente compito del nostro blog entrare nel merito di quali siano state le cause del suo precoce addio al calcio, nonostante sarebbe davvero triste se il suo talento fosse stato totalmente eliminato da una folle decisione politica.
Dal punto di vista sportivo resta un grande rammarico per averlo visto all'opera solo per un tempo ridotto, privandoci di chissà quali altre grandi parate, probabilmente con la maglia di un altro club oppure sempre con la forte Steaua Bucarest, squadra capace di partecipare ad un'altra finale di Coppa Campioni nel 1989.
Lasciando stare quello che avrebbe potuto essere, vale la pena ricordarsi di lui non solo per la grande notte di Siviglia, ma anche per come uno dei più formidabili interpreti del ruolo di tutti i tempi.



Giovanni Fasani

venerdì 13 giugno 2014

CURIOSITA' MONDIALI (3° parte)

Terza ed ultima parte del nostro viaggio mondiale, abbiamo raccontato della Coppa Rimet e delle prime 5 edizioni della Coppa del Mondo.
Chiudiamo oggi con le ultime 5 edizioni, quelle che dai mondiali americani ci porterà fino al profondo Sudafrica.


USA 1994

Stati Uniti-Colombia 2-1 (gironi): la Colombia arriva al mondiale in un entusiasmo contagioso, uno sfortunato autogol del compianto Escobar spiana la strada agli americani. A nulla servirà il 2-0 alla Svizzera nell'ultima gara.
Brasile-Camerun 3-0 (gironi): questa volta non riesce l'impresa ai leoni indomabili che cadono sotto i colpi di Romario, Bebeto e Marcio Santos.
Russia-Camerun 6-1 (gironi): due record in una sola partita. Oleg Salenko, fino a quel momento sconosciuto attaccante che ha girato tra Ucraina e Spagna, detiene il record di gol segnati in una singola partita dei mondiali, ben 5, segnati ai malcapitati camerunensi. Il gol della bandiera camerunense è quello realizzato finora dal giocatore più anziano, Roger Milla, all'età di 42 anni.
Germania-Corea del Sud 3-2 (gironi): seppur a fatica la Germania vince e passa come prima nel girone.
Argentina-Grecia 4-0 (gironi): segna anche Maradona nel mezzo della tripletta di Batistuta. il pibe de oro verrà trovato positivo al termine della gara.
Argentina-Bulgaria 0-2 (gironi): trascinati da Stoichkov i bulgari si qualificano agli ottavi di finale ottenendo il secondo posto nel girone.
Italia-Norvegia 1-0 (gironi): un gol di Dino Baggio scaccia i fantasmi a 20 minuti dalla fine. Italia in 10 per l'espulsione di Pagliuca nel primo tempo.
Belgio-Arabia Saudita 0-1 (gironi): un pezzo da antologia di Al-Owairan manda i sauditi agli ottavi di finale, storico e mai ripetuto traguardo.
Romania-Argentina 3-2 (ottavi di finale): termina la burrascosa avventura della Seleccion sotto i colpi di Dumitrescu (doppietta) e Hagi.
Brasile-Stati Uniti 1-0 (ottavi di finale): senza proporre una grossa prestazione il più quotato Brasile elimina i padroni di casa grazie ad un gol di Bebeto.
Nigeria-Italia 1-2 (ottavi di finale): ci pensa Roberto Baggio, prima a 2 minuti dalla fine e poi su calcio di rigore al minuto 102.
Olanda-Brasile 2-3 (quarti di finale): Bergkamp e WInter recuperano il doppio vantaggio brasiliano ma un fulmine di Branco rimanda a casa gli olandesi.
Bulgaria-Italia 1-2 (semifinali): tutto nel primo tempo, alla doppietta di Roberto Baggio risponde Stoichkov su rigore ma non basterà. L'Italia conquista la finale contro il Brasile che ha eliminato la Svezia.
Italia-Brasile 2-3 (finale): sono ancora fatali gli 11 metri per gli azzurri, gli errori di Baresi, Massaro e Roberto Baggio consegnano il quarto titolo ai verdeoro.




FRANCIA 1998

Brasile-Scozia 2-1 (gironi): gara inaugurale del mondiale, Brasile già avanti dopo 4 minuti grazie al difensore centrale Cesar Sampaio.

Brasile-Norvegia 1-2 (giorni): verdeoro matematicamente primi, alla Norvegia serve una vittoria per passare. Arriva per merito di un rigore di Rekdal a 2 minuti dal termine.

Italia-Cile 2-2 (gironi): Salas rimonta il gol di Vieri ma ci pensa Roberto Baggio su rigore a 5 minuti dalla fine.

Cile-Camerun 1-1 (girone): basta 1 punto ai sudamericani per passare, lo ottengono nonostante il pareggio di Mboma ad inizio ripresa.

Francia-Sudafrica 3-0 (gironi): i padroni di casa aprono con una sonora vittoria ai danni dei sudafricani per la prima volta ad un mondiale.

Sudafrica-Arabia Saudita 2-2 (gironi): Bartlett (doppietta), Al Jaber ed Al-Thunayan. Tutti e 4 i gol arrivano dal dischetto.

Spagna-Nigeria 2-3 (gironi): ancora la sorprendente Nigeria che batte in rimonta la Spagna. Gli iberici non passeranno il girone.

Stati Uniti-Iran 1-2 (gironi): partita dai mille e più significati. Fortunatamente tutto va liscio e la spuntano gli asiatici grazie alle reti di Estili e Mahdavikia. Entrambe verranno poi eliminate a vantaggio di Germania e Jugoslavia che domineranno il girone.

Colombia-Inghilterra 0-2 (gironi): chi vince passa, risolvono Anderton e Beckham a cavallo della metà del primo tempo.

Argentina-Giamaica 5-0 (gironi): 3 di Batistuta, 2 di Ortega. E' tornata la superArgentina.

Giamaica-Giappone 2-1 (girone): partita che vale solo per i tabellini, storica la vittoria dei centroamericani grazie alla doppietta di Whitmore.

Francia-Paraguay 1-0 (ottavi di finale): partita più dura del previsto per i francesi che hanno la meglio grazie al Golden gol di Blanc al 113°.

                 


Argentina-Inghilterra 6-5 (ottavi di finale): spettacolare sfida che si chiude 2-2 già nel primo tempo. Ai rigori la spuntano i sudamericani che sfruttano gli errori di Ince e Batty.

Italia-Francia 3-4 (quarti di finale): nei supplementari Roberto Baggio sbaglia per una manciata di centimetri. Ancora una volta i rigori sono avversi agli azzurri. Sbagliano Albertini e Di Biagio.

Brasile-Danimarca 3-2 (quarti di finale): dopo 2 minuti danesi avanti con Jorgensen, ma una doppietta di Rivaldo manda avanti il Brasile.

Germania-Croazia 0-3 (quarti di finale): Jarni, Vlaovic e Suker sotterrano la Germania, risultato incredibile per la "neo-nata" Croazia.

Olanda-Argentina 2-1 (quarti di finale): Claudio Lopez pareggia il gol di Kluivert ma all'89° Bergkamp insacca mandando al bar Ayala. E' il gol che vale la semifinale contro il Brasile.

                   


Brasile-Olanda 5-3 (semifinali): il Brasile non sbaglia neanche un rigore, per l'Olanda altra delusione. Falliscono dagli 11 metri Cocu e Ronald de Boer.

Francia-Croazia 2-1 (semifinali): la Croazia non finisce di sorprendere, ad inizio ripresa mette il naso avanti con Suker ma è una doppietta di Thuram a spezzare i sogni dei biancorossi.

                  

Francia-Brasile 3-0 (finale): in un Saint Denis gremito in ogni ordine di posto (80.000 spettatori) tutti si aspettano la vittoria dei beniamini di casa. I problemi di Ronaldo ed i rigori della semifinale rendono il Brasile vulnerabile. Ci pensano Zidane (doppietta) ai suoi primi gol mondiali e Petit nel recupero. E' il primo e finora unico titolo per i transalpini.

                 



COREA DEL SUD-GIAPPONE 2002

Francia-Senegal 0-1 (gironi): sembra di essere tornati indietro di 12 anni quando il Camerun battè l'Argentina. Questa volta è il Senegal, alla sua prima apparizione mondiale, a sconfiggere i campioni del mondo in carica. Decide Bouba Diop alla mezz'ora.

                  


Senegal-Uruguay 3-3 (gironi): pareggio che vale gli ottavi alla sorprendente nazione africana. Il mattatore è ancora Bouba Diop che realizza una doppietta.

Sudafrica-Spagna 2-3 (gironi): la Roja va avanti a 3 gol a partita, non fa eccezione l'ultimo match del girone dove spicca Raul che mette a segno una doppietta.

Turchia-Cina 3-0 (gironi): vittoria che manda i turchi al turno successivo per la miglior differenza reti nei confronti del Costa Rica.

Portogallo-Corea del Sud 0-1 (gironi): vittoria che manda i coreani al turno successivo per la prima volta. Il Portogallo spreca la bella vittoria sulla Polonia 4-0 e torna mestamente a casa.

Germania-Arabia Saudita 8-0 (gironi): al Sapporo Dome va in scena un autentico massacro sportivo. La Germania rifila una scoppola da antologia dove si segnala la tripletta di Klose.

Arabia Saudita-Irlanda 0-3 (gironi): irlandesi agli ottavi grazie a questa vittoria ed alla contemporanea sconfitta del Camerun. Apre le segnature Keane, poi Breen e Duff la chiudono nella ripresa.

Argentina-Inghilterra 0-1 (gironi): nella seconda partita è sufficiente un rigore di Beckham. Sconfitta fatale per l'Argentina che verrà eliminata in seguito all'1-1 contro la Svezia.

Italia-Croazia 1-2 (gironi): Olic e Rapaic ribaltano il gol di Vieri in 3 minuti dando vita ad un ultimo turno da brivido.

Italia-Messico 1-1 (gironi): segna Borgetti al 34°, l'Italia attacca ma non riesce a violare la rete avversaria. Ci pensa Del Piero a 5 dalla fine. A sorpresa l'Ecuador batte la Croazia e gli azzurri ottengono il pass per gli ottavi.

                


Tunisia-Giappone 0-2 (gironi): vittoria che regala il primo posto anche agli altri padroni di casa. Morishima e Nakata affondano la Tunisia.

Svezia-Senegal 1-2 (ottavi di finale): Henri Camara pareggia il gol di Henrik Larsson. Si va ai supplementari ed è ancora il Senegal a festeggiare, Camara realizza lo storico golden gol.

               


Giappone-Turchia 0-1 (ottavi di finale): un gol di Umit Davala interrompe i sogni dei giapponesi.

Corea del Sud-Italia 2-1 (ottavi di finale): va avanti la Corea grazie al golden gol di Ahn. Pessimo arbitraggio dell'ecuadoregno Moreno che ne combina di tutti i colori nei confronti dell'Italia.

Inghilterra-Brasile 1-2 (quarti di finale): complice una papera di Seaman, il Brasile ha la meglio grazie a Rivaldo e Ronaldinho.

Germania-Stati Uniti 1-0 (quarti di finale): segna Ballack nel primo tempo e tanto basta a mandare la Germania in semifinale. Resta buonissimo il mondiale degli americani.

Spagna-Corea del Sud 3-5 (quarti di finale): ne vengono combinate anche nei confronti degli spagnoli, vince poi la Corea ai rigori e conquista lo storico traguardo delle semifinali.

Turchia-Senegal 1-0 (quarti di finale): chi di golden gol ferisce, di golden gol perisce. Al 4° minuto dei supplementari colpisce Ilhan Mansiz che insacca su cross di Umit Davala.

Germania-Corea del Sud 1-0 (semifinali): ancora Ballack, stavolta ad un quarto d'ora dalla fine. Nessun aiuto dalla provvidenza per i padroni di casa.

Corea del Sud-Turchia 2-3 (finale 3°-4° posto): partita che passa alla storia per il gol più veloce nella storia della fase finale di un mondiale. Lo realizza Hakan Sukur dopo 11 secondi.

                     


Brasile-Germania 2-0 (finale): quinto titolo per il Brasile che diventa pentacampeon. Questa volta Ronaldo è in forma smagliante (nonostante l'improbabile pettinatura) e realizza la doppietta spaccaGermania nella ripresa.

                  



GERMANIA 2006

Germania-Costa Rica 4-2 (gironi): subito bene i tedeschi nonostante la doppietta di Wanchope metta un po' di apprensione.

Germania-Ecuador 3-0 (gironi): entrambe già qualificate, la gara vale il primo posto. Klose realizza una doppietta portando a 4 il bottino personale.

Trinidad & Tobago-Svezia 0-0 (gironi): tante esordienti al mondiale, una di queste è la squadra caraibica che ferma la Svezia sullo 0-0

Argentina-Serbia Montenegro 6-0 (gironi): apre le danze Maxi Rodríguez, la Serbia è pochissima cosa, tornerà a casa con 0 punti.

Angola-Portogallo 0-1 (gironi): sfida che trasuda storia, la decide Pauleta al 4° minuto.

Portogallo-Messico 2-1 (gironi): lusitani a punteggio pieno, sconfitta indolore per il Messico che accede agli ottavi di finale.

Repubblica Ceca-Italia 0-2 (gironi): segnano Materazzi ed Inzaghi, gli azzurri chiudono il girone al primo posto e troveranno l'Australia al turno successivo.

Ghana-Stati Uniti 2-1 (gironi): altra esordiente, il Ghana allenato da Dujkovic batte gli americani e con 6 punti si piazza alle spalle dell'Italia.

Croazia-Australia 2-2 (gironi): ai croati serve per forza una vittoria e sperare che il Giappone non batta il Brasile. I verdeoro fanno il loro compito ma la Croazia inciampa sul gol di Kewell al 79°.

Togo-Francia 0-2 (gironi): terza esordiente, la nazionale togolese chiuderà però il girone con 1 solo gol fatto e 0 punti. La Francia riscatta il pessimo mondiale nippo-coreano e si qualifica al turno successivo.

Ucraina-Tunisia 1-0 (gironi): alla prima apparizione, la nazionale gialloblu supera il turno nell'ultima partita grazie ad un rigore di Shevchenko al minuto 70.

Argentina-Messico 2-1 (ottavi di finale): l'Argentina suda 7 camice prima di avere la meglio su un ottimo Messico. Decide una perla di Maxi Rodríguez nei tempi supplementari.

                 


Portogallo-Olanda 1-0 (ottavi di finale): partita ruvida e spigolosa, la decide Maniche alla metà del primo tempo.

Italia-Australia 1-0 (ottavi di finale): azzurri in 10 per l'espulsione di Materazzi, al 95° Grosso conquista un calcio di rigore che Totti trasforma. Italia avanti.

                


Spagna-Francia 1-3 (ottavi di finale): una sfida sempre molto sentita, la Francia ci arriva da sfavorita ma vince in rimonta trascinata dai gol di Ribery, Vieira e Zidane.

Germania-Argentina 5-3 (quarti di finale): altra precoce eliminazione per la Seleccion che si fa rimontare da Klose all'80°, ai rigori sbagliano Ayala e Cambiasso.

Brasile-Francia 0-1 (quarti di finale): decide Henry, i campioni del mondo in carica vengono rimandati a casa anzitempo. La Francia viaggia spedita dopo un inizio così così.

Germania-Italia 0-2 (semifinali): ormai è una classica del calcio mondiale, quasi 70.000 persone gremiscono il Westfalenstadion di Dortmund. Al 119° Grosso tira fuori un sinistro che si insacca all'angolino e 3 minuti dopo è Del Piero a mandare l'Italia in finale dopo 12 anni.

              


Portogallo-Francia 0-1 (semifinali): la Francia non molla nulla, è sufficiente un rigore di Zidane al 33°, rimane ottimo il cammino del Portogallo, tornato ad alti livelli dopo il mondiale del 1966.

Italia-Francia 6-4 (finale): ancora un rigore di Zidane sblocca la partita che viene pareggiata da Materazzi con un colpo di testa. Il fantasista francese verrà espulso nei supplementari per una testata ai danni proprio di Materazzi. Si va ancora ai rigori ma questa volta gli azzurri non falliscono. Per l'Italia è il 4° trionfo mondiale.

              



SUDAFRICA 2010

Sudafrica-Uruguay 0-3 (gironi): padroni di casa "ammutoliti" dallo strapotere uruguagio. Doppietta per Diego Forlan e gol di Alvaro Pereira.

Francia-Sudafrica 1-2 (gironi): nonostante la vittoria il Sudafrica abbandona anzitempo il mondiale. Per la Francia dura contestazione, soprattutto nei confronti del CT Domenech.

Argentina-Corea del Sud 4-1 (gironi): tripletta di Higuain nella seconda uscita dell'Argentina, dopo la vittoria contro la Nigeria, arriverà anche quella con la Grecia. 9 punti in 3 partite.

Nigeria-Corea del Sud 2-2 (gironi): torna a passare il turno la Corea a cui basta un pareggio, la Nigeria ci prova fino alla fine ma non basta.

Slovenia-Inghilterra 0-1 (gironi): striminzita ma fondamentale vittoria per gli inglesi grazie ad un gol di Defoe. Termineranno secondi per differenza reti dietro agli Stati Uniti.

Ghana-Germania 0-1 (gironi): sconfitta indolore per gli africani che per il secondo mondiale consecutivo si qualificano agli ottavi di finale. Germania prima, eliminate Australia e Serbia.

Danimarca-Giappone 1-3 (gironi): girone stradominato dall'Olanda. Entrambe arrivano con 3 punti. Honda, Endo ed Okazaki rendono vano il gol di Tomasson.

              


Slovacchia-Italia 3-2 (gironi): la sindrome post vittoria mondiale colpisce anche l'Italia che incredibilmente chiude il girone con 2 soli punti, fine di un ciclo. Slovacchia avanti trascinata da Robert Vittek.

Brasile-Corea del Nord 2-1 (gironi): Maicon ed Elano portano i 3 punti in cascina. Dopo 44 anni torna la Corea al mondiale e segna l'unico gol del mondiale al minuto 89 grazie a Ji Yun-Nam.

Portogallo-Brasile 0-0 (giorni): pareggio che qualifica entrambe in un match senza particolari emozioni. Ne fa le spese la Costa d'Avorio.

Spagna-Svizzera 0-1 (gironi): esordio amaro per le furie rosse condannate dal gol di Fernandes. Tuttavia, si qualificheranno per il turno successivo insieme al Cile.

Stati Uniti-Ghana 1-2 (ottavi di finale): storica qualificazione ai quarti di finale per il Ghana che vince grazie ad un gol di Asamoah Gyan nel primo tempo supplementare.

Paraguay-Giappone 5-3 (ottavi di finale): non fallisce neanche un rigore la nazionale sudamericana a differenza dei giapponesi che sbagliano con Komano.

Spagna-Portogallo 1-0 (ottavi di finale): sfida tutta iberica che viene decisa da un gol di David Villa in pienissima forma.

Olanda-Brasile 2-1 (quarti di finale): apre Robinho ma rimonta Sneijder con una doppietta, per l'Olanda è forse arrivato il momento buono.

Uruguay-Ghana 5-3 (quarti di finale): 1-1 dopo 90 minuti, all'ultimo minuto dei supplementari Asamoah Gyan sbaglia un calcio di rigore che avrebbe per la prima volta qualificato un'africana alle semifinali. Alla lotteria dei rigori ricalcia lo stesso Gyan che segna, sbagliano però Mensah ed Adiyiah. Uruguay semifinalista.

               


Argentina-Germania 0-4 (quarti di finale): sonora scoppola per l'Argentina che torna a casa un'altra volta. Tanto per cambiare spicca la doppietta di Klose, andato a segno anche negli ottavi contro l'Inghilterra.

Uruguay-Olanda 2-3 (semifinali): apre lo score un sinistro terrificante di Van Bronckhorst, pareggia Forlan ma Sneijder e Robben spediscono gli orange a Johannesburg.

Germania-Spagna 0-1 (semifinali): qualcuno l'ha definita una finale anticipata. La Germania ha segnato 8 gol tra ottavi e quarti, la Spagna 2. La spuntano gli iberici ancora grazie a David Villa.

Spagna-Olanda 1-0 (finale): l'Olanda proprio non riesce a vincere, terza finale su tre persa. Decide Iniesta al 116° con un potente destro. Primo titolo per le furie rosse.

             



Nella speranza di avervi divertito auguriamo a tutti gli appassionati un Buon Mondiale.



Matteo Maggio